La rivoluzione della partecipazione
"La possibilità di votare online è il diritto dei diritii! I vantaggi che questo diritto ci garantisce sono libertà di espressione, un grande risparmio di tempo, contenendo sensibilmente la burocrazia e anche il risveglio della volontà popolare. Questa volta finalmente, grazie agli strumenti messi a disposizione della tecnologia e ai cambiamenti culturali, la storia non sarà scritta per noi ma sarà scritta da noi!"Ecco cosa ha detto Roberto Giacomelli ⤵️
Pubblicato da Associazione Rousseau su Mercoledì 16 gennaio 2019
Il diritto digitale di cui voglio parlare è quello del voto online, il diritto dei diritti. Esso permette un’espressione della democrazia diretta ed efficace. Questo è un grande diritto che purtroppo a oggi in Italia non abbiamo. C’è una volontà precisa di tenere il popolo in uno stato di minorità e sudditanza. La libertà fa paura a chi detiene il potere, ma finalmente grazie ai potenti strumenti della tecnologia, se bene usati, noi potremo liberarci dell’ignoranza e della repressione della volontà popolare.
I vantaggi che questo diritto ci garantisce sono libertà di espressione, un grande risparmio di tempo, contenendo sensibilmente la burocrazia e anche il risveglio della volontà popolare. La libertà elettorale è stata venduta per i consumi, per una società edonista che invece di far partecipare i cittadini alle decisioni preferisce radunarli come greggi in luoghi senz’anima come i centri commerciali.
Oggi ci sono diversi paesi che utilizzano il voto online. Guardando all’Europa penso alle ultime elezioni politiche in Estonia, fatte online. Ma ci sono altri esempi, grandi paesi e anche democrazie più recenti come l’India cominciano ad utilizzare questa metodologia. Andando dall’altra parte dell’oceano, ci sono alcuni Stati degli USA e anche il Canada che utilizzano il voto online. In Italia, purtroppo, questo ancora non è avvenuto, ma abbiamo dei vicini di casa che utilizzano già da tempo il voto tramite internet: la Svizzera.
Francis Fukuyama, politologo americano, nel 1992 ha scritto un libro: La Fine della Storia Per Fukuyama la storia sarebbe finita. Secondo il politologo dopo la caduta del muro di Berlino, evento simbolico che indica la fine del Sistema comunista, si sarebbe affermato un unico sistema mondiale e globale basato sul iperliberismo, che avrebbe portato alla fine della storia. Questo non è vero! Fino saremo capaci di battersi per delle idee, fino che ci sono uomini e donne capaci di vivere e di morire per dei valori la storia non finirà mai. Nessuno potrà scrivere fine. Questa volta finalmente, grazie agli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia e ai cambiamenti culturali la storia non sarà scritta per noi ma sarà scritta da noi.