Nascono gli Stati generali sul franco CFA. Dopo la denuncia del Movimento 5 Stelle sul neocolonialismo francese che impoverisce l’Africa, arriva la prima grande mobilitazione dal basso che nasce per restituire dignità ai 14 Paesi africani che utilizzano ancora il franco CFA. La conferma arriva da Kako Nubukpo, ex Ministro del Togo, economista e autore del libro “Portare l’Africa fuori dalla servitù monetaria”. In questa intervista spiega anche come la povertà alimentata dal Franco CFA sia diventata una delle cause che spingono gli africani a lasciare la loro terra.
VIDEO. Ascolta e condividi l’intervista di Piernicola Pedicini a Kako Nubukpo.
Buongiorno signor Napuko. Grazie per la vostra disponibilità. Può spiegarci come funziona il franco CFA? C’è un legame con l’euro?
Sì. Il franco CFA è stato creato dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. Inizialmente c’era un legame con il franco francese e alla creazione dell’euro questo legame è stato trasferito all’euro. Dunque c’è una parità fissa tra euro e franco CFA, 1 euro equivale a 655 CFA. In più, i Paesi dell’area franco che condividono il franco CFA, che sono quattordici, otto nell’Africa occidentale e sei nell’Africa centrale, devono depositare almeno il 50% della loro riserva di scambio presso il Tesoro francese, per garantire questa parità fissa tra euro e franco CFA. In più voi avete una totale garanzia di convertibilità tra il CFA e l’euro, quindi se possedete il franco CFA è come se aveste l’euro. Inoltre, avete una totale libertà di circolazione dei capitali tra la zona franco e la zona euro. È così che funziona.
La difficoltà che il franco CFA comporta per noi è che non si può dare credito a sufficienza all’economia per farla funzionare, per creare crescita, per creare lavoro. Perché? Perché nel nostro Paese, in Togo, così come in Senegal, in Costa d’Avorio, noi produciamo poche cose. Quando le banche approvano un credito, questo comporta delle importazioni di beni e servizi. Ma allora bisogna pagare queste esportazioni con la valuta, con la riserva di scambio, e a un certo punto voi non avete più riserva di scambio e siete costretti a svalutare il franco CFA rispetto all’euro. Poiché i nostri dirigenti non vogliono svalutare il franco CFA, si preferisce non dare credito all’economia. Dunque questo sistema è perverso, in quanto basato sulla difesa dei tassi di cambio. Dunque abbiamo una moneta troppo forte per delle economie che sono troppo deboli. Quindi la scelta fatta è quella della disoccupazione, del sottoimpiego, mentre in Africa avremo bisogno di creare lavoro per questi giovani in loco.
La povertà è una delle principali cause dell’immigrazione dall’Africa verso l’Europa?
Sì, quando le persone non hanno di che mangiare sul luogo evidentemente si muovono. I due terzi dell’immigrazione resta in Africa perché per venire in Europa servono soldi. I più poveri dunque si spostano verso i Paesi vicini. Solo quelli che hanno qualche mezzo possono raggiungere le coste dell’Europa. Ma è l’assenza di lavoro che induce i cittadini a emigrare, è chiaro.
Per voi l’Unione europea deve domandare alla Francia di abbandonare il Franco CFA?
Sì, quello che io propongo oggi è l’insediamento degli Stati generali sul franco CFA, affinché in modo ordinato noi possiamo uscire dal Franco CFA. Il franco CFA è inefficace sul piano economico, illegittimo sul piano politico e iniquo sul piano sociale. Dunque quello che chiediamo alla Francia è di accompagnarci ad uscire dal franco CFA, altrimenti ne usciremo noi stessi. Ora l’Europa ha un grande ruolo da giocare perché è una decisione del Consiglio d’Europa del 23 novembre 1998, che dice che per tutte le decisioni relative al franco e alla zona franco, la Francia deve avvertire l’Ue e ottenere l’avallo dell’Ue e dunque l’Italia, per esempio, è co-proprietaria dell’euro, è la terza economia dell’Eurozona. L’euro gli appartiene e non ci sono ragioni per cui l’Italia non sia presente nelle decisioni relative al franco CFA. Dunque se non lo fa, allora cede le sue prerogative. Un’altra domanda che io pongo è perché non ci sia una relazione tra il franco CFA e la BCE che emette l’euro. Perché si passa dal Tesoro francese, che è un ministero delle finanze di un Paese. Dunque per noi quello che è sorprendente è che un Paese come l’Italia abbia impiegato così tanto tempo a sollevare la questione del franco CFA, perché è corresponsabile di quello che succede nell’Eurozona in merito alla relazione tra l’euro e il franco CFA e le sue conseguenze.