Nei prossimi giorni saremo insieme ai cittadini e agli allevatori sardi per confrontarci sul dramma della cosiddetta crisi dei prezzi del latte ovino e caprino. Su questo fronte il MoVimento 5 Stelle è al lavoro dall’inizio della legislatura, nella consapevolezza che la questione del dumping ai danni dei pastori, costretti a vendere il loro latte a cifre che non coprono neanche i costi, non è un’emergenza di questi giorni e non può essere risolta con misure spot.
Quelle 12mila aziende agropastorali sono il fiore all’occhiello dell’economia sarda e hanno diritto a una risposta strutturale ai problemi che denunciano. Certo, c’è bisogno di scongiurare il dramma concreto e attuale delle migliaia di famiglie che rischiano di non avere più mezzi di sostentamento, ma l’esperienza passato ci conferma che senza rimuovere alla radice le cause il problema presto si ripresenterebbe in tutta la sua drammaticità.
Siamo così consapevoli di questa necessità che, ben prima dell’acuirsi della protesta, in commissione Agricoltura alla Camera abbiamo iniziato a esaminare una risoluzione del Movimento 5 Stelle finalizzata a ottenere, come già avviene in altri ambiti, la piena e completa tracciabilità.
Strano a dirsi, ma attualmente non si conoscono né i quantitativi di latte né il numero di forme di formaggio prodotti in Sardegna. Se non si tiene sotto controllo l’offerta con un registro elettronico, verificando che alle quantità di latte prodotto corrispondano determinate quantità di formaggio venduto, non sarà mai possibile capire se ci sono frodi e se qualcuno utilizza latte che non deriva dagli allevamenti sardi. O si interviene in questo senso, insomma, o si lascia campo libero a chi lavora per tenere bassi i prezzi del latte ed elevati i propri profitti.
Questo è però soltanto uno dei provvedimenti che intendiamo mettere in campo. La questione è complessa e ha tante sfaccettature, per cui abbiamo messo a punto un panel di misure che ne affrontano le diverse implicazioni. Risolta la questione dei flussi “sotto controllo”, dobbiamo ad esempio prevedere un prezzo minimo di vendita fissato per ogni stagione, sanzionare chi viola le norme in materia di contrattazione del prezzo del latte ed evidenziarne la regione di provenienza.
Deve anche partire al più presto un’inchiesta sul dumping nel settore, per verificare se ci sono state violazioni rispetto ai divieti di pratica sleale di mercato e di abuso della posizione. Quanto al Consorzio del Pecorino romano Dop, va rivisto il suo funzionamento e va fissato un limite di produzione tale da non deprimere il prezzo e gestire meglio il mercato. Nelle ultime annualità si sono verificati sforamenti della produzione prevista, che meriterebbero un meccanismo più forte di penalizzazione.
A questo si aggiunge la necessità di revisione delle strategie di marketing, di un riassetto del sistema delle cooperative e di istituire la Commissione unica nazionale del latte ovino, organismo che dev’essere in grado di stabilire il prezzo indicativo in assoluta trasparenza.
Queste sono soltanto alcune delle misure che, anche alla luce del confronto con i pastori, il Movimento 5 Stelle intende adottare in tempi brevi in sinergia con il ministero dell’Agricoltura. Un lavoro complesso, dicevamo, come complessa è la problematica che ci troviamo ad affrontare. Ma questo è l’unico approccio che potrà effettivamente dare il giusto valore e riconoscimento al lavoro prezioso che i pastori sardi svolgono a beneficio delle loro aziende, dell’economia della Sardegna e dell’intero Paese.
di Filippo Gallinella e Luciano Cadeddu*
*portavoce del MoVimento 5 Stelle, rispettivamente presidente e membro della Commissione Agricoltura della Camera