Se l’acqua scarseggia, attivarsi per una sua gestione più efficiente rappresenta un doveroso atto di responsabilità. L’intero territorio dell’Unione europea è soggetto a stress idrico: le attività umane si sommano ai cambiamenti climatici nel peggiorare una situazione già di per sé compromessa. Basti pensare che, solo nel 2003, la siccità ha causato all’economia europea perdite almeno di 8,7 miliardi di euro. In trent’anni (1976-2006) il numero di persone colpito da siccità è aumentato di quasi il 20%, con costi che si aggirano intorno ai 100 miliardi di euro. Ecco perché è impensabile guardare al futuro senza soffermarsi a riflettere sulle alternative in gioco.
Le acque reflue urbane, se adeguatamente depurate e trattate sulla base della legislazione europea, rappresentano una vera e propria opportunità: in effetti il loro recupero e riutilizzo ha un impatto ambientale minore rispetto alla desalinizzazione e ai trasferimenti diretti d’acqua. Ecco perché dovrebbe essere incentivato maggiormente a livello europeo, così da consentire una consistente riduzione dell’utilizzo dell’acqua proveniente da laghi e falde sotterranee per irrigare.
Il Regolamento Water Reuse si presenta quindi come un’occasione che l’Europa non deve sprecare. Esprimendosi oggi su questo Regolamento, il Parlamento UE ha voluto chiarire che il riutilizzo delle acque recuperate va sostenuto nella transizione verso l’economia circolare. Non si tratta però di un sì incondizionato al riutilizzo.
Come rappresentanti dei cittadini europei siamo infatti intervenuti per chiarire gli obblighi di tutti i soggetti coinvolti nella “catena” del riutilizzo. Non solo i gestori degli impianti di recupero, ma anche i distributori e i gestori degli impianti di stoccaggio devono garantire, in ogni momento, la qualità delle acque recuperate e attuare i compiti di gestione del rischio indicati dalle autorità competenti.
Il gruppo Efdd – Movimento Cinque Stelle ha avuto un ruolo attivo in Commissione Ambiente. Siamo intervenuti per assicurare che il riutilizzo sia consentito in assenza di rischi per le i suoli, le colture, gli ecosistemi e la salute umana.
ATTENZIONE ALLE MICROPLASTICHE
Abbiamo proposto un’azione decisa contro le microplastiche, che dovrebbero essere assenti tanto dalle acque che si riversano nei fiumi e nei mari, per porre fine una volta per tutte all’enorme danno che stiamo perpetrando globalmente nei confronti della biodiversità, quanto dalle acque recuperate, affinché il loro riutilizzo possa essere consentito.
Grazie ai nostri emendamenti sulla valutazione dei rischi confermati dal voto in plenaria, il Parlamento europeo ha stabilito che gli inquinanti che risultano “significativi” da analisi ambientali e sanitarie condotte a livello locale, dovranno essere oggetto di prescrizioni supplementari da parte delle autorità competenti. La prossima legislatura, grazie al nostro importante lavoro, ha adesso pronto un buon testo da cui ripartire per il negoziato con gli Stati membri. Il cambiamento è in arrivo.