Il credito sardo sta morendo con la complicità della politica e nel silenzio dell’opinione pubblica. L’operazione Bper-Banco di Sardegna è orchestrata dal Pd e impoverirà ulteriormente l’isola.
Quello del credito è stato un tema che nessuno ha voluto sollevare in questa campagna elettorale, ma se la Sardegna è in crisi è anche perché il suo sistema bancario non si sta mostrando all’altezza della situazione. In questi anni gli appetiti dei partiti, e in particolare del Pd, hanno infatti prevalso sull’interesse pubblico.
Con il recente acquisto del 49 per cento delle azioni del Banco di Sardegna da parte della Bper, la banca emiliana controlla l’intero pacchetto azionario dello storico istituto di credito isolano. In cambio la Fondazione di Sardegna, totalmente controllata dal Pd sardo, possederà poco meno del 10 per cento della Bper, cioè anche del Banco di Sardegna.
In pratica, ciò che prima era dei sardi, è diventato del Pd.
La settimana scorsa la Bper ha acquistato dalla Fondazione di Sardegna l’ultimo pezzo del 49 per cento del capitale del Banco di Sardegna non ancora in suo possesso. Il pagamento è avvenuto attraverso l’emissione a favore della Fondazione Banco di Sardegna di 33 milioni di nuove azioni e di un corrispettivo cash di 180 milioni di euro. Le nuove azioni, pari al 6,42 per cento del capitale di Bper post aumento riservato, hanno fatto salire la quota della Fondazione nel capitale della banca emiliana al 9,4 per cento circa. La parte in denaro del pagamento è stata utilizzata dall’ente per comprare un bond subordinato At1 del valore nominale di 150 milioni di euro e prezzo di sottoscrizione di 180 milioni, che pagherà una cedola annua dell’8,75 per cento.
Tradotto: con una semplice partita di giro, il Pd si mangerà ciò che era avanzato dalla operazione di acquisto precedente. In questo modo assisteremo alla fine del sistema creditizio sardo.
È dal 2001, da quando cioè che il 51 per cento del capitale sociale del Banco di Sardegna è passato alla Bper, la banca dei sardi è sparita per trasformarsi piano piano in un cimitero rosso degli elefanti.
Da allora il consiglio di amministrazione della sua Fondazione è diventato il buen retiro di tutti i politici trombati del Pd ed, ancora oggi, entrare nel Consiglio di amministrazione della Fondazione di Sardegna è il premio di consolazione che spetta a chi viene bocciato dagli elettori.
Una lauta e piacevole sosta di parcheggio in attesa di migliori fortune, mentre il sistema economico sardo crolla anche per colpa di un sistema creditizio assolutamente inadeguato.