Domani i ragazzi scenderanno in piazza per far sentire la loro voce contro i cambiamenti climatici e a sostegno di una causa sacrosanta: rivendicare un avvenire sicuro per se stessi e per chi arriverà dopo.
Sono gli stessi giovani spesso imputati di apatia e menefreghismo, ai quali pensavamo con presunzione di poter provvedere affermando di voler “garantire un futuro migliore ai figli”. Ma basta smettere di correre e guardarci intorno per capire che stiamo già pagando caro questo atto di superbia, perché stiamo lasciando loro un Pianeta in pericolo a causa dello sfruttamento e dell’inquinamento prodotto dall’uomo.
Nei decenni passati la nostra società ha sposato la logica dell’usa e getta nei confronti del Pianeta e oggi si continuano a consumare le risorse come se, gettata via questa Terra, ce ne fosse un’altra pronta a farsi a sua volta consumare. Abbiamo messo al centro la soddisfazione dei bisogni superflui e indotti dei singoli, dimenticando che noi umani siamo una specie unica e non delle entità a sé stanti. Una specie che certamente è in grado di adattarsi ai cambiamenti ma solo fino a un certo punto, e che sembra invece aver preso la rincorsa verso la catastrofe e l’autodistruzione.
Le ragazze e i ragazzi che incontro ogni giorno dimostrano una grande sensibilità per l’ambiente ed hanno ben compreso la gravità della situazione e la necessità e l’urgenza di intervenire al più presto. Quando le ragazze e i ragazzi chiedono un avvenire sicuro, non intendono riferirsi ai soldi o ad una posizione sociale. Chiedono soprattutto qualità della vita e delle relazioni, un ambiente sano che preservi la salute delle persone, un lavoro che valorizzi innovazione tecnologica e nuovi saperi, dando vita a uno sviluppo realmente sostenibile e ad un’economia effettivamente pulita.
Dalla Svezia, la sedicenne Greta Thunberg, con i suoi scioperi del venerdì, ha innescato la splendida reazione che porterà milioni di persone in piazza nel mondo, domani 15 marzo. Posso assicurare che anche nelle scuole e nelle università italiane l’attenzione a questo tema è forte e che sono tante e tanti i giovani già al lavoro per costruire insieme questo nuovo mondo, impegnati, con l’evento del 15 marzo e con il costante e responsabile agire quotidiano, a cambiare il paradigma dello sviluppo per renderlo sostenibile.
Per chi ha responsabilità di governo, come chi scrive, vedere la loro volontà di cambiamento è una spinta ad andare avanti lungo la strada che i ragazzi, meglio di noi, vedono davanti a sé. Consapevoli del lavoro che stiamo facendo e dobbiamo fare, con sempre maggiore impegno nelle istituzioni, domani saremo in sintonia con queste ragazze e questi ragazzi, per costruire insieme un avvenire sicuro per tutti.