L’Asti-Cuneo è un’arteria autostradale di grande importanza per stimolare l’economia piemontese e nazionale, ferma ormai da 7 lunghi anni. Sono passati 5 governi e nessuno è mai riuscito a sbloccarla. Addirittura dal 2013 al 2018 il Partito Democratico ha governato sia il Paese, con Letta, Renzi e Gentiloni, che la Regione Piemonte con Chiamparino, ma nulla è stato fatto, se non promettere al gruppo Gavio di prolungare di altri 4 anni la concessione della Torino-Milano nel caso avesse finanziato la conclusione dei lavori della Asti-Cuneo. La solita gestione scellerata delle concessioni pubbliche che tanto sta costando al Paese. Questo è stato il Pd, lo stesso partito che oggi ci accusa di voler bloccare l’Italia.
La verità è che abbiamo sbloccato la Asti-Cuneo in meno di un anno, rivedendo il progetto iniziale ed escludendo ogni privilegio a favore del gruppo Gavio, che dovrà metterci i soldi semplicemente perché è il suo dovere, senza alcun favore. Sì alle opere pubbliche utili alla collettività, ma stop alle concessioni facili. Nel 2026 la Torino-Milano tornerà contendibile sul mercato, mentre già da agosto ripartiranno i lavori dell’Asti-Cuneo, che verrà conclusa nel più breve tempo possibile.
È solo l’inizio. Con lo Sblocca Cantieri, che segue un piano di investimenti sul territorio da 11 miliardi di euro, saranno centinaia le opere pubbliche che ripartiranno.
Lo diciamo da sempre: al Paese serviva un intervento urgente sul Codice degli Appalti, oltre ad una serie di semplificazioni per rimettere al lavoro migliaia di imprese oneste. Non è complicando la vita a tutte le imprese che si combatte la corruzione. Il M5S ha sempre lottato per la legalità, e lo dimostra lo SpazzaCorrotti che abbiamo approvato pochi mesi fa, ma la legalità nelle opere pubbliche si afferma potenziando i controlli, non certo imbrigliando chi con professionalità manda avanti l’Italia.
Nel 2019 sbloccheremo fino a 300 opere pubbliche, smascherando la propaganda di chi vuole dipingerci come una forza politica ostile alle infrastrutture. È esattamente il contrario: siamo e saremo sempre contro allo sperpero di denaro pubblico, ma siamo anche parte di un governo che sta rilanciando gli investimenti pubblici, crollati al minimo storico nel 2017 all’1,9% del Pil. Nella Legge di Bilancio abbiamo messo i soldi per farli risalire al 2,7% entro il 2021, e al 2,1% già nel 2019. I dati dei primi due mesi del 2019 ci danno ragione, con una crescita esponenziale dei pagamenti per appalti e bandi di gara nelle Regioni (+89,4%) e nei Comuni (+21,8%).
L’Asti-Cuneo è il simbolo di un’Italia che torna al lavoro.