Di seguito l’intervista che ho rilasciato all’Eco di Bergamo
Martedì il Def va in Consiglio dei ministri in un quadro economico molto difficile, mentre si valuta che servano circa 35 miliardi per tenere sotto controllo i conti pubblici e per evitare l’aumento dell’Iva: dove ritiene possibile recuperare queste risorse?
“Il Def sarà improntato alla crescita economica del Paese sulla scia del Decreto Crescita che è stato approvato in Consiglio dei Ministri questa settimana. Anche la Manovra Economica varata alla fine dello scorso anno ha le stesse finalità e inizierà a dispiegare i suoi effetti nel corso di quest’anno, in un quadro però più lungo che nasce da un’impostazione differente rispetto al passato: ci siamo concentrati sugli investimenti e sulla messa in sicurezza della parte più debole della società. Con il Def, che è stato anticipato dal Decreto Crescita – come dicevo -, daremo un ulteriore spinta per reagire al rallentamento globale dell’economia dovuto a una serie di circostanze macroeconomiche come la guerra dei dazi. Questo servirà a reperire anche le risorse per scongiurare qualsiasi aumento dell’Iva che, come ho sempre detto, non verrà mai attuato dal MoVimento 5 Stelle”.
Il presidente di Assolombarda ha bocciato quota 100 e ha detto che il reddito di cittadinanza va riformulato: lei cosa risponde?
“Venerdì sono stato ad Assolombarda per confrontarmi proprio con gli imprenditori, da cui abbiamo raccolto le istanze contenute nel Decreto Crescita. Ritengo che il dialogo con la parte produttiva del Paese sia imprescindibile e debba continuare a prescindere dalle fasi macroeconomiche in cui versa l’UE. Tornando alla domanda, queste sono due misure inedite che hanno caratterizzato, tra le altre, l’ultima Legge di Bilancio e su cui – come è giusto che sia – si è fatto un gran parlare. Su Quota 100 ho già avuto modo di dire che servirà al ricambio generazionale del Paese, per stare al passo con un mondo in continua evoluzione anche dal punto di vista delle tecnologie industriali. Sul reddito di cittadinanza, invece, parliamo di una misura che avrà un sicuro impatto positivo sul PIL (stime dell’Istat parlano di uno 0,3%) e di moltiplicatori positivi per l’economia del Paese; mi preme sottolineare che la misura è strettamente connessa al reinserimento nel mondo del lavoro e agli sgravi fiscali per le aziende, che potranno anch’esse beneficiare del reddito fino a un massimo di 18 mesi. Al di la dei numeri, però, è fondamentale non lasciare indietro quella parte di Paese che dalla crisi in poi è stata abbandonata. Sorprendentemente, infatti, la prima Regione per richieste è al momento la Lombardia. Segno che anche in una delle locomotive del Paese ci sono tante famiglie, tanti giovani e meno giovani che hanno bisogno di un aiuto”.
Il governo ha un rapporto problematico con il mondo imprenditoriale, e in particolare, con il Nord. In primo piano c’è la questione delle infrastrutture strategiche e delle grandi opere: ci può dire a che punto siamo con la Tav?
“Mi permetto di dissentire, il Governo non ha alcun rapporto problematico con il mondo imprenditoriale. Direi l’esatto contrario, nonostante molti giochino su una contrapposizione che davvero non esiste. Come ho avuto modo di dire all’evento di presentazione del vademecum sugli incentivi al MiSE (incentivi.gov.it), ritengo che le PMI siano la spina dorsale dell’Italia. Il nostro sistema produttivo è un unicum in tutta Europa, è costituito da una miriade di piccole e medie imprese che negli anni della crisi hanno saputo resistere, usare creatività, innovazione e tecnologia, portando il Paese fuori dalla palude e creando innumerevoli posti di lavoro. Per me sono gli eroi dei nostri tempi, a cui spesso lo Stato ha voltato le spalle o, peggio, che ha trattato come limoni da spremere in un’era in cui tutto era dovuto, ma nulla doveva essere corrisposto in cambio. Parliamo di persone, cittadini che hanno dato un nuovo significato alle parole sviluppo, crescita, fiducia, legame col territorio. Sul Tav la situazione è chiara ormai a tutti: non c’è alcuna battaglia ideologica ma un dossier costi-benefici che si è rivelato a dir poco sbilanciato a sfavore dell’Italia, per usare un eufemismo. Ora le interlocuzioni vanno avanti a livello europeo tra il presidente Conte, il ministro Toninelli e il Governo francese. E nonostante le parole, si stanno sbloccando numerosi cantieri in tutta Italia – fermi in alcuni casi anche da decenni – grazie al decreto Sblocca Cantieri”.
Il ministro Tria è criticato ora da lei ora da Salvini, ma è visto come una garanzia a livello europeo: non le sembra che queste polemiche indeboliscano il governo e la stessa immagine dell’Italia?
“Anche su questo si è fatta molta confusione. Con il Ministro Tria abbiamo lavorato benissimo sia in occasione della Manovra, sia per il decreto Crescita e lavoreremo bene anche sul Def. Immagino però che la sua domanda sia incentrata sul nodo banche. Voglio essere molto chiaro in proposito: i truffati devono essere risarciti il più velocemente possibile, abbiamo già messo le risorse proprio nella legge di bilancio. Stiamo parlando di persone che hanno perso tutto dall’oggi al domani per scelte a dir poco folli effettuate dalla vecchia classe politica, stanno aspettando da anni e ogni giorno che passa è un giorno perso. Tornando all’immagine dell’Italia, c’è una normale dialettica politica e un giusto confronto con le istituzioni europee sui temi in particolare del bilancio. Non dimentichiamoci mai che l’Italia è un Paese solido, con una bilancia commerciale positiva; lo è grazie certamente al lavoro dei nostri imprenditori. Sono loro la nostra garanzia in Europa”.
Lei giustamente è preoccupato per le alleanze europee della Lega con movimenti che a volte negano l’Olocausto, ma siete insieme nel governo: non le pare una contraddizione?
“La storia che ha portato alla formazione di questo Governo la conoscono tutti. Ci siamo seduti attorno al tavolo, ho imposto come base comune di formulare un contratto di Governo sul modello tedesco, è un percorso di 5 anni pieno di cose da fare per aiutare questo bellissimo Paese ad uscire da una crisi cronica che le ricette legate all’austerità ha acuito. Passo dopo passo stiamo mantenendo fede alle promesse, è di qualche giorno fa la notizia della registrazione alla Corte dei Conti del taglio sulle tariffe INAIL che abbassano il costo del lavoro. I fatti sono le cose su cui verremo giudicati alla fine del mandato, nel mentre alcune scelte ideologiche mi preoccupano: sul tema della famiglia in particolare, sul ruolo della donna e sulle conquiste sociali è impensabile tornare indietro. Direi inconcepibile. Per non parlare di temi come l’Olocausto”.
C’è l’impressione che fra lei e Salvini lo scontro sia continuo. C’è chi pensa che il tutto possa essere strumentale: davvero così?
“Come ho detto c’è una dialettica politica tra due forze le cui distanze, specialmente sui temi di cui abbiamo parlato prima, sono enormi. Questo però non mette a rischio il Governo specialmente perché la rotta che ho voluto tracciare con il contratto è ben definita sulle cose concrete da fare per aiutare i cittadini: siano essi imprenditori, operai, studenti. È per questo che ho voluto prendermi la responsabilità di guidare sia il Ministero dello Sviluppo Economico sia quello del Lavoro. Poi è chiaro, se alla fine di un Consiglio dei Ministri durato quattro ore in cui abbiamo approvato il Decreto Crescita, scritto anche con gli imprenditori, leggo sui giornali che la Lega denuncia il solito slogan “troppi no”, anche a me viene da pensare che qualche polemica sia strumentale”.
Il sottosegretario Stefano Buffagni ha parlato al Corriere di una «Intelligence del MoVimento 5 Stelle»: che cosa significa, alla luce anche della multa del Garante a Casaleggio?
“Non c’è alcuna intelligence, tagliamo corto anche su questa polemica strumentale. Sulla multa, invece, dico solo che il Garante della privacy che ha multato Rousseau è l’ex capogruppo del PD, credo non ci sia bisogno di aggiungere altro”.
Sull’Europa avete attenuato le critiche: su cosa imposterete la campagna elettorale? E, a Strasburgo, con chi vi alleerete?
“Per il MoVimento 5 Stelle è fondamentale tornare a parlare del sogno europeo, per un’Europa veramente incentrata sulla solidarietà tra i popoli e non più su assurdi vincoli di bilancio che in questi anni hanno bloccato la crescita. Non sto parlando di distruggere i conti del Paese, è fondamentale per Paesi come l’Italia ridurre il debito attraverso gli investimenti. Dobbiamo rimettere al centro i cittadini e le loro esigenze, smettere di parlare di misure lacrime e sangue e ripartire da chi è in difficoltà. Stiamo creando un nuovo gruppo che si ispira a questi principi: i diritti sociali, la democrazia diretta, l’ambiente. È formato da movimenti post ideologici che non si vedono rappresentati dagli storici gruppi del Parlamento Europeo, parlo di PPE ed S&D. Una partita fondamentale sarà poi la costituzione della prossima Commissione Europea, l’Italia deve puntare ad avere il Commissario per l’Industria e l’Imprenditoria proprio in virtù della specificità e dell’eccezionalità del suo tessuto imprenditoriale, un unicum da tutelare e valorizzare anche a livello comunitario”.
Come risponde alle recenti polemiche sollevate sul debito di Roma e al rapporto privilegiato di Roma con lo Stato, nel momento in cui comuni come Bergamo devono rispettare precisi vincoli di bilancio?
“A Roma abbiamo ereditato un debito di 12 miliardi fatto da quelli che ci davano degli incompetenti, stiamo intervenendo con una riduzione della spesa, aggredendo gli sprechi. L’intervento sul debito ci permette di risparmiare i fondi destinati alla gestione commissariale e genera una riduzione del tasso sul debito stesso, permettendone una riduzione ed un risparmio di milioni di euro. Questo nostro sostegno non pesa sulle casse dello stato, di conseguenza gli italiani non pagheranno un euro in più”.