In dieci anni gli italiani hanno perso potere d’acquisto. Ce lo dice un’elaborazione dei dati Eurostat fatta dal Centro studi Impresa Lavoro. C’è stato un calo dell’8,7% del reddito disponibile reale. Questo significa meno domanda, meno consumi, meno sviluppo per il Paese. Si tratta di un risultato molto negativo per l’Italia. È andata peggio in Europa solo per i cittadini di Cipro e della Grecia.
Ancora una volta ci convinciamo, quindi, della necessità di agire per rivedere dalle sue fondamenta lo stato sociale per dare più possibilità a tutti. Sia per quanto riguarda il tenore di vita, sia per quanto riguarda l’obbligo costituzionale per lo Stato di garantire i diritti inviolabili dei cittadini, nel segno della solidarietà politica, economica e sociale. Una possibilità che non è solo un aiuto a chi è in difficoltà, ma è anche un intervento fondamentale che può dare slancio alla crescita visto che le disuguaglianze contribuiscono a diminuirla.
Il Reddito e la Pensione di Cittadinanza sono due importanti strumenti che abbiamo già messo in campo proprio per realizzare questa rivoluzione. Lo diciamo da tempo e abbiamo portato questa battaglia in Parlamento già nella scorsa legislatura. I cittadini italiani li aspettavano e i numeri ci confermano che avevamo ragione a insistere così tanto per farli partire subito: il presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha precisato che le domande arrivate al momento sono 1.125.960, oltre 120mila in più del 30 aprile. Questo significa aver raggiunto quasi 3 milioni di persone che fino a questo momento non avevano trovato risposte da parte dello Stato ai loro problemi, si erano sentite escluse ed emarginate.
Vogliamo allargare ancora di più il numero di persone che potranno beneficiare del Reddito. Si sta già lavorando a un decreto ministeriale che permetterà di utilizzare l’Isee precompilato e quindi di avere sempre l’Isee corrente, in modo che si possano evitare casi come quelli che hanno interessato alcuni disoccupati della Fiat di Pomigliano nei giorni scorsi. Questo intervento permetterà di far partecipare al programma del Reddito le persone che pur avendone bisogno, ne erano escluse perché la documentazione reddituale avrebbe fotografato una situazione non più reale. Per assicurare una vera inclusione sociale, si assicurerà anche a loro la possibilità di ricevere offerte di lavoro così che il reinserimento lavorativo e un prezioso sostegno economico possano supportare questi lavoratori e le loro famiglie.
Intanto va avanti il lavoro che l’Inps sta facendo per far conoscere a tutti le potenzialità di una riforma che è dalla parte degli ultimi e che punta ad esserlo ancora di più, senza lasciare nessuno indietro. E anche noi cercheremo di raggiungere il numero maggiore di persone per informarle e per non farle sentire più abbandonate dalle istituzioni.
Gli eventuali risparmi che ci saranno sul Fondo per il Reddito di Cittadinanza andranno alle famiglie, alle politiche per la natalità e per la genitorialità. È un ulteriore segnale che non intendiamo fermarci nel nostro percorso per assicurare a tutti l’aiuto che meritano. Vogliamo uno Stato che non volti la faccia dall’altra parte. E ci impegneremo con tutte le nostre forze per raggiungere questo obiettivo, contro tutte le polemiche e gli attacchi che abbiamo ricevuto e che sappiamo essere strumentali e soprattutto insensibili ai veri interessi dei cittadini.