Il mare è una risorsa preziosa, che offre grandi opportunità, e come tale va difesa. Il problema dei rifiuti in mare ha raggiunto livelli preoccupanti con gravi conseguenze sulla biodiversità, sull’ambiente, sulla salute e sull’economia dei nostri territori. Come Sottosegretario all’Ambiente ho la fortuna di avere la delega alla tutela dell’ambiente marino e di poter lavorare in un momento in cui l’ambiente in generale, e la salvaguardia del mare in particolare, sono tornate al centro dell’azione di Governo.
Per controllare lo stato di salute dei nostri mari, in attuazione della direttiva europea sulla strategia marina, il Ministero dell’Ambiente svolge costantemente un’attività di monitoraggio sull’ambiente marino, in collaborazione con ISPRA, le Regioni, le ARPA costiere e le Aree Marine Protette. Grazie al monitoraggio effettuato, è possibile avere una prima base di riferimento sulla quantità dei rifiuti marini e un punto di partenza per delineare le politiche future di tutela dell’ambiente. Ne emerge un quadro dove l’80% dei rifiuti trovati in mare e sulle spiagge è composto da plastica, incluse bottiglie, sacchetti, cassette in polistirolo, lenze da pesca in nylon. La densità delle microplastiche, particelle inferiori ai 5 mm ritrovate sulla superficie marina, è di 179.023 particelle per km quadrato, il risultato della frammentazione di tutto ciò che abbiamo gettato indiscriminatamente in mare in passato.
Questi dati verranno divulgati e discussi nell’ambito della campagna #IoSonoMare, che abbiamo voluto promuovere in collaborazione con ISPRA SNPA, per raccontare ai cittadini lo stato del mare e quanto lo Stato fa per il mare, nell’ambito della valorizzazione e della trasparenza del lavoro svolto. Un contenitore concettuale all’interno del quale fino a dicembre, con la Convenzione di Barcellona per la Protezione del Mar Mediterraneo dall’Inquinamento che si svolgerà a Napoli, si inseriranno tutti gli eventi e le iniziative che rispondono all’urgenza e al dovere istituzionale di diffondere il grande patrimonio di conoscenza sulla qualità dell’ambiente marino. Una enorme quantità di informazioni ambientali che deve essere portata sul territorio e condivisa, in modo da garantire a tutti i cittadini italiani di usufruire delle informazioni che derivano dalle attività di studio e controllo dei nostri mari svolte da organismi pubblici.
Come previsto dalla direttiva europea sulla Marine Strategy, ogni Paese ha stabilito un programma di misure per raggiungere il buono stato ambientale nei propri mari e il Ministero dell’Ambiente è fortemente impegnato nel contrasto di questa situazione, anche sul piano normativo. Dal 1 gennaio 2019 è entrato in vigore il divieto di commercializzare i cotton fioc non biodegradabili e dal 1 gennaio 2020 sarà vietato il commercio di cosmetici contenenti microplastiche. Il 4 aprile scorso è stata approvata in Consiglio dei Ministri la legge Salva Mare, un ulteriore strumento nella lotta alla plastica monouso che stiamo portando avanti senza sosta dal primo giorno di Governo. La legge Salva Mare è una misura importante, che ci aiuterà a salvare i nostri mari dal disastro ambientale a cui li stavamo condannando: finalmente, infatti, i pescatori potranno contribuire a ridurre la presenza di rifiuti in mare, portando a riva tutta la plastica raccolta durante le battute di pesca, quasi il 50% del pescato, che fino ad oggi erano costretti a ributtare in acqua. I pescatori che diventeranno “spazzini” del mare potranno avere un certificato ambientale e la loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta.
Il mese scorso ho assistito alle operazioni di pulizia dei fondali organizzate dal Comune di Sorrento presso il Borgo di Marina Grande, a cui hanno preso parte numerosi gruppi di volontari tra cui oltre 20 sub e i militari della guardia costiera: in qualche ora sono stai raccolti 4 barconi colmi di rifiuti che hanno riempito 3 furgoncini della nettezza urbana tra nasse, cime, materiali inerenti la pesca, 2 vecchie batterie e vari oggetti finiti in mare a seguito alle mareggiate.
Diverse delle misure introdotte per la riduzione della plastica e del marine litter sono finalizzate alla sensibilizzazione sul tema dei rifiuti, coinvolgendo cittadini, scuole, istituzioni e associazioni con campagne come #IoSonoAmbiente e la #PlasticFree Challenge lanciata dal ministro Sergio Costa la scorsa estate.
Con delega anche all’educazione ambientale, vado spesso tra gli studenti a parlare di sostenibilità ambientale, invitando le scuole che ancora non l’hanno fatto a diventare “plastic free”. Fare educazione ambientale significa spiegare ai giovani che la raccolta differenziata funziona e che in un istituto con 1.000 ragazzi, rinunciare alla plastica è una piccola ma costante rivoluzione ambientale. Lo scorso gennaio è stato lanciato lo #StopSingleUsePlastic in tutti gli Atenei, per liberare le università di tutto il Paese dalla plastica. Per ottenere risultati concreti nella tutela dell’ambiente, è necessario il coinvolgimento e la partecipazione di tutta la collettività. I giovani sono pieni di entusiasmo e imparano in fretta. Sono loro il nostro futuro.