Con la riforma del processo penale e civile ci stiamo impegnando per restituire agli italiani una giustizia che sia davvero efficace.
I cittadini hanno bisogno di poter contare su processi veloci e più semplici, e il testo che abbiamo preparato risponde esattamente a queste esigenze. Abbiamo individuato ciò che non funzionava nel nostro sistema civile e abbiamo cercato di porvi rimedio, ascoltando anche le indicazioni giunte da chi opera tutti i giorni nelle aule dei tribunali.
Sono tanti gli aspetti toccati dalla proposta di riforma: tra questi, una novità importante, riguarda le modalità con cui inizieranno i processi decisi dal giudice “unico” (c.d. monocratico), riproponendo un meccanismo piú semplice e veloce, con l’atto introduttivo che avrà sempre la forma del ricorso.
Tutto sarà più concentrato, senza udienze inutili e tempi morti. In questo modo tutte le cause dureranno molto meno e si arriverà presto ad una sentenza. Facciamo un esempio: per definire una causa per un incidente stradale, oggi, più o meno, occorrono in media circa 3 anni, più o meno 4 udienze; con la riforma del processo civile, la stessa causa durerà più o meno un anno, e si potrà definire il tutto in un’udienza o al massimo due.
Inoltre, quelle procedure più lunghe e complesse (come le cause decise dal collegio, composto da più giudici) saranno sostituite da quelle semplificate. Cambiamenti importanti riguarderanno anche le cause davanti al Giudice di Pace, dove ogni giorno si svolgono centinaia di giudizi che riguardano la vita quotidiana di tantissime persone; anche in questo caso il processo si avvierà in modo semplificato e, sempre per snellire tutta la procedura, verrà eliminato il tentativo obbligatorio di conciliazione. Questo significa che si potrà entrare direttamente nel vivo della causa, ottenendo un grande risparmio di tempo.
Sempre con l’obiettivo di evitare perdite di tempo, abbiamo previsto delle sanzioni pecuniarie per le parti che non collaborano nel processo, nell’ottica di una maggiore collaborazione reciproca. Infine, verranno modificati i meccanismi di risoluzione delle cause al di fuori delle aule dei tribunali: ad esempio, verrà eliminata la negoziazione assistita obbligatoria per le cause relative agli incidenti stradali.
Vogliamo anche potenziare il processo telematico, cittadini e uffici giudiziari potranno utilizzare la posta elettronica certificata per il deposito di tutti gli atti e per le notifiche, consentendo un sostanzioso risparmio di tempo e di denaro.
Anche per il Consiglio Superiore della Magistratura ci saranno grandi novità; in questo caso occorreva mettere mano a una situazione che, come ci hanno ricordato gli ultimi scandali giudiziari, non poteva essere più trascurata.
Riformare il CSM significa prima di tutto favorire la meritocrazia e metterlo definitivamente al riparo dalle influenze della politica. Stop alle porte girevoli per i magistrati che intraprendono la carriera politica e tra CSM e incarichi elettivi. Meno discrezionalità per le nomine a capo degli uffici e progressioni di carriera basate su criteri qualitativi e quantitativi più stringenti. Criteri più rigorosi per l’eleggibilità dei magistrati al CSM e nuovo sistema di elezioni per contrastare il fenomeno delle correnti all’interno del Consiglio. Infine verrà inserito un tetto massimo per i membri del CSM: i magistrati che hanno già ricoperto, nei 5 anni precedenti, una carica parlamentare nazionale o europea, o che sono stati membri del governo, non potranno essere eletti al Consiglio.
Dopo la legge “SpazzaCorrotti” e la riforma della prescrizione siamo pronti a compiere un altro passo verso una giustizia più efficiente capace di dare risposte veloci e concrete agli italiani.
Il testo preparato dal Ministro Bonafede è pronto e comprende la riforma del processo penale. Contiamo di poter offrire presto ai cittadini anche questo prezioso contributo. Stiamo riformando la giustizia per restituirla finalmente ai cittadini.