Dopo la firma del ministro per lo Sviluppo Economico Luigi Di Maio, l’iter per l’estensione di “Resto al Sud” a professionisti e cittadini under 46 (prima il limite era 35 anni) è stato completato.
Questa è davvero una bella notizia che completa il percorso di una misura che avevo introdotto nell’ultima Legge di bilancio e nella quale credo molto, perché facilita l’avviamento di attività e stimola l’iniziativa privata, favorendo così il rafforzamento del tessuto micro-imprenditoriale al Sud.
Per chi ancora non conoscesse Resto al Sud, ricordo che si tratta di un incentivo che sostiene la nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno: possono accedervi i cittadini che, al momento della domanda, risiedono in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia (o che trasferiscono la residenza in quelle regioni dopo la comunicazione di esito positivo). Inoltre possono fare richiesta anche società, cooperative, ditte individuali, e team di persone e chi, durante il periodo del finanziamento, non abbia un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o non sia già titolare di un’altra impresa. Infine, per quanto riguarda i professionisti, questi non devono essere stati titolari di partita Iva relativa ad attività analoghe a quella per la quale si è fatta domanda nell’anno precedente alla richiesta dell’incentivo.
Sono quasi 3500 le domande di finanziamento di Resto al Sud che sono già state approvate, dando l’opportunità a tanti cittadini del Mezzogiorno di aprire una propria attività. Sono certa che grazie all’ulteriore ampliamento della platea questa cifra aumenterà rapidamente e tanti progetti di vita potranno diventare realtà.