Abbiamo messo un altro tassello sulla strada che porta alla piena realizzazione del Reddito di Cittadinanza.
Infatti il nostro Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ha firmato il decreto che definisce l’attivazione dei progetti utili alla collettività (PUC) che chi beneficia di questa importante misura dovrà svolgere presso il Comune di residenza. Si tratta di uno dei punti qualificanti dell’epocale riforma del sistema di welfare che abbiamo fatto una volta arrivati al Governo del Paese, una riforma con cui per la prima volta dopo tanti (troppi) anni lo Stato italiano ha teso la mano a milioni di cittadini in difficoltà stringendo con loro un nuovo patto sociale.
Questo è avvenuto grazie alla tenacia e alla testardaggine del MoVimento 5 Stelle, che non si è mai arreso, ha combattuto questa battaglia dentro e fuori dal Parlamento e alla fine l’ha vinta.
Anche e soprattutto nell’ottica della costruzione di una comunità migliore, la firma di questo decreto è una buona notizia per i Comuni. Saranno loro a gestire i PUC e potranno impiegare i cittadini che prendono il Reddito di Cittadinanza in progetti che riguardano l’ambito sociale, culturale, ambientale, artistico, ma anche formativo e di tutela dei beni comuni. Qualche esempio? Attività di supporto domiciliare alle persone anziane e/o con disabilità, manutenzione giochi per bambini nei parchi e nelle aree attrezzate, supporto nella organizzazione e gestione di giornate per la sensibilizzazione dei temi ambientali, rimozione di tag e graffiti dagli edifici pubblici e dai luoghi di transito e riqualificazione di aree mediante la raccolta di rifiuti abbandonati.
Nel frattempo, mentre saranno impegnati nei progetti utili alla collettività, i percettori di Reddito di Cittadinanza proseguiranno nel loro percorso per reinserirsi nel mondo del lavoro.
Ad oggi sono già stati firmati 50mila patti per il lavoro.
Numeri importantissimi che testimoniano come la “Fase 2” del Reddito di Cittadinanza sia già in esecuzione, operativa e che dovrebbe mettere fine, una volta per tutte, alla campagna sprezzante e denigratoria che da sempre è stata messa in atto, sia da politici che da giornali, su questa misura di civiltà.
Abbiamo sempre detto che il Reddito di Cittadinanza non è una misura per fannulloni, ma per cittadini che si trovano in seria difficoltà e che hanno il diritto e la voglia di rimettersi in gioco. E la firma di questo Decreto lo certifica.
Continuiamo camminare a testa alta, fieri di quanto di buono abbiamo fatto per milioni di cittadini.