Giancarlo Galan (l’allora presidente della Regione Veneto di Forza Italia), Luca Zaia (attuale presidente in quota Lega) e, ovviamente, Silvio Berlusconi.
La fotografia plastica sul Mose è di ben sedici anni fa, datata 14 maggio 2003, giorno dell’inaugurazione dell’opera.
In altre parole, e detto più chiaramente: quelli che oggi si lamentano del fatto che Venezia non abbia ancora un sistema di dighe funzionante, sono gli stessi che governavano la Regione e l’Italia, quando sedici anni fa si inaugurava il Mose! Ma se l’opera non è stata ancora completata, non è solo colpa dei tempi biblici della burocrazia italiana, ma più probabilmente di uno dei più grandi scandali di corruzione nel nostro Paese dai tempi di Tangentopoli. Insomma della malapolitica che, tanto per cambiare, c’entra anche in questo caso.
L’inchiesta è datata 4 giugno 2014 e svela come dietro l’opera ingegneristica che avrebbe dovuto proteggere Venezia dall’acqua, ci fosse un comitato d’affari piuttosto inquietante. Politici e imprenditori: tutti intenti a seguire le enormi commesse milionarie dietro al Mose. A finire nella rete della magistratura anche Giancarlo Galan che, come detto, al tempo dei fatti era presidente della Regione Veneto in quota Forza Italia. Per la cronaca Galan è stato condannato a scontare due anni di arresti domiciliari e a erogare un risarcimento danni di 5,8 milioni di euro. Ma c’è dell’altro.
Chi era infatti al tempo il vice di Galan? Era Luca Zaia, cioè l’attuale governatore. In altre parole lo stesso Zaia della foto, che oggi grida allo scandalo per il fatto che il Mose avrebbe dovuto essere già attivo da un pezzo. Evidentemente, tra un’allerta acqua alta e l’altra, Zaia trova il tempo per mollare la sua Regione e andare a fare campagna elettorale per la Lega a Bologna ma non per prendersi un attimo a cercare di ricordare il passato.
Il presidente del Veneto, infatti, evita regolarmente di ricordare che la corruzione dietro al Mose ha determinato un rallentamento nella realizzazione dei lavori dell’opera e che se il sistema di dighe è tuttora sotto commissariamento, è proprio a causa dell’inchiesta e dello scandalo del 2014.
Quando Zaia, sfiorando il ridicolo, chiede come mai non è stato terminato il Mose, si dimentica che avrebbe dovuto chiedere a se stesso, dato che governa la regione da quasi 10 anni. Zaia sembra governatore del Veneto a sua insaputa.