Le spiegazioni di Elisabetta Trenta, a proposito dell’assegnazione dell’appartamento al marito, non sono sufficienti.
I nostri valori sono incompatibili con l’intenzione di mantenere l’appartamento. Ci sono soldati e militari che hanno davvero bisogno di un alloggio e non è il caso di Elisabetta Trenta e del marito.
Questa situazione è inaccettabile anche per il lavoro che i nostri parlamentari e attivisti portano avanti da anni in tema di Difesa.
Luca Frusone, nostro portavoce in commissione Difesa, ha presentato proprio in questi giorni una risoluzione che chiede la riorganizzazione degli alloggi militari. Quella degli alloggi militari è una questione di cui ci siamo occupati, perché spesso prevalgono amicizie e clientelismi, a danno dei soldati che, appunto, hanno davvero bisogno.
Non sono concessi sconti. Questa è una guerra a una mentalità molto radicata nel nostro Paese. O la trasformiamo noi, o non c’è nessuno che lo farà al posto nostro.
Questa vicenda non danneggerà il grande lavoro di tutto il MoVimento, come dimostra la risoluzione di Luca Frusone.
L’animo delle persone non si può cambiare, che il singolo sbagli può accadere, ma i nostri valori sono intoccabili e li facciamo rispettare. Sempre. Questo è ciò che ci distingue dai partiti.
Quindi ci auguriamo che Elisabetta Trenta lasci la casa e se il marito, in quanto militare, ha diritto ad un alloggio può fare domanda e lo otterrà.
Siamo orgogliosi e felici di spenderci tanto per questioni del genere, mentre a destra nascondono ancora le tangenti del Mose di Venezia. Noi crediamo che l’etica si difenda anche così, chissà quando lo capiranno anche i partiti…