di seguito l’articolo apparso su “Il Secolo XIX” a cura di Mario De Fazio:
La riforma della prescrizione «rappresenta un traguardo importante» oltre che una «garanzia per il giusto riconoscimento delle nostre ragioni».
A scendere in campo per difendere con forza la riforma voluta dal ministro della Giustizia, il pentastellato Alfonso Bonafede, che congela il decorso dei processi eliminando la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, non è un partito. Ma il coordinamento “Noi non dimentichiamo”, una rete che raccoglie in tutta Italia decine di associazioni e comitati di familiari delle vittime di alcune tra le principali tragedie avvenute nel Paese negli ultimi anni: dalla strage ferroviaria di Viareggio alle morti del rogo della Thyssen Krupp, a Torino, passando per i terremoti de L’Aquila e di Amatrice, fino a tre avvenimenti tragici che hanno purtroppo scandito la storia recente di Genova e della Liguria: il crollo della Torre Piloti, la strage dell’autobus di studenti Erasmus in Spagna e il crollo di ponte Morandi. Un coordinamento che si è riunito a Viareggio, a metà novembre, e che ha partorito un documento di sostegno alla riforma della prescrizione che verrà presentato martedì prossimo al Senato.
Un testo che restituisce il punto di vista di decine di familiari che si sono visti strappare un proprio caro passando poi «anni dentro le aule dei Tribunali e sopportando processi lunghi» e che chiedono una «giustizia che stenta ad emergere, un diritto sacrosanto che il nostro Stato dovrebbe rispettare perché sancito dalla Costituzione», si legge nel documento. Sul tema specifico della riforma, il coordinamento ricorda di aver incontrato il Guardasigilli Bonafede e di aver avanzato delle richieste specifiche tra cui la riforma della prescrizione che «finalmente è diventata legge ed entrerà in vigore dal primo gennaio», aggiungendo che «la prescrizione ha colpito duramente i processi di molte nostre associazioni e lo farà con altre nel prossimo futuro». E si plaude alla riforma voluta dal M5S, specificando che «nel caso in cui questo importante risultato venga distorto o perda di credibilità» i familiari delle vittime sono pronti a «sostenere il ministro Bonafede ed essere presente nelle sedi opportune».
Parole chiarissime, che entrano su un tema che sta dividendo da settimane la maggioranza giallorossa al governo. Se il M5S vuole andare dritto sull’entrata in vigore dal primo gennaio delle nuove norme, le voci critiche che puntano a una revisione della riforma non sono mancate da Pd e Italia Viva.
A Roma, martedì, ci sarà anche Egle Fossetti, rappresentante del Comitato familiari vittime del Morandi. «Forse non sarà una riforma sufficiente a migliorare la giustizia italiana ma le nuove norme non permetteranno più agli imputati di evitare i processi attraverso escamotage e cavilli – spiega Fossetti – Non ha senso neanche pensare che, in un processo come quello per il crollo del Morandi, non ci sia qualcuno che paghi. Per un familiare è devastante anche solo pensarci». Per la rappresentante del comitato dei parenti del Morandi, non si tratta di prendere una posizione politica ma di vedersi riconoscere un diritto. «Non è una scelta per favorire un partito piuttosto che un altro – aggiunge Fossetti – Vedere la fine di processi del genere è un diritto sacrosanto di uno Stato democratico».