Abbiamo votato la risoluzione di maggioranza che impegna il Presidente Conte a trattare in Europa su molti temi importanti, tra i quali la riforma del MES e il completamento dell’Unione Bancaria.
Due dossier che devono procedere di pari passo. L’Italia non può esprimersi sul MES fino a quando non sarà chiaro quale Unione Bancaria uscirà dalle trattative europee. Lo abbiamo scritto chiaramente nella risoluzione di maggioranza e ancora più chiaramente abbiamo scritto che il Parlamento deve essere coinvolto costantemente, passo dopo passo, perché è lì che risiede in ultima istanza la sovranità popolare di cui noi siamo semplici rappresentanti.
In sintesi: nessuna firma sul MES è stata posta e mai lo sarà senza sensibili miglioramenti nel testo di riforma e, soprattutto, occhi apertissimi sull’Unione Bancaria, che da opportunità può diventare un problema enorme se venissero accolte le proposte tedesche.
Ecco perché nella risoluzione abbiamo lottato per inserire un altro punto che riteniamo decisivo e che rischia di passare sotto silenzio. Citando testualmente dal testo votato in Parlamento:
“…escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale” .
Tradotto: i nostri titoli di stato non si toccano. Non è accettabile la proposta del Ministro dell’Economia tedesco Olaf Scholz di considerare rischiosi i titoli di stato e più in generale la proposta della Germania di limitare i titoli di stato che le banche possono detenere nei loro bilanci. È un attacco in piena regola al sistema creditizio italiano, l’ennesimo, e nella risoluzione abbiamo voluto chiarire ufficialmente che su questi punti non si passa.
Ma c’è di più. Con grande determinazione abbiamo inserito un passaggio ulteriore, per noi decisivo:
“…escludendo le disposizioni che prevedono una contribuzione degli istituti finanziari all’EDIS in base al rischio di portafoglio dei titoli di stato”.
L’EDIS è quel fondo finanziato dalle banche europee che dovrà garantire i depositi dei cittadini in caso di crisi bancarie. Seguendo la proposta tedesca le banche dovrebbero contribuire a finanziare il fondo anche in base alla concentrazione dei titoli di stato nei loro bilanci. È del tutto evidente, ancora una volta, la minaccia per l’Italia, visto che le banche italiane detengono oltre 400 miliardi di debito pubblico. Ecco allora che abbiamo impegnato esplicitamente il governo a non approvare la proposta tedesca.
In definitiva, nessuna luce verde sul MES ma nessuna luce verde nemmeno su questa Unione Bancaria. Deve finire la stagione in cui Francia e Germania fanno e disfanno le regole europee a loro piacimento con l’Italia nella posizione della vittima sacrificale.
Con questa risoluzione di maggioranza abbiamo posto dei paletti molto chiari: o la riforma complessiva dell’unione economica e monetaria verrà incontro agli interessi del nostro Paese o l’Italia si opporrà con forza.