Loro beatificano un latitante condannato in via definitiva per corruzione e finanziamento illecito e noi, invece, ricordiamo oggi un magistrato ucciso dalla mafia. La differenza è tutta qui. Oggi, infatti, il giudice Paolo Borsellino, se non fosse stato barbaramente ucciso dalla mafia, a Palermo, insieme alla sua scorta, avrebbe compiuto 80 anni.
Borsellino ha sacrificato la sua vita, insieme ai suoi uomini, per la difesa della legalità e la per lotta alla mafia e alla corruzione. In questi giorni, abbiamo assistito al vergognoso tentativo di riabilitare Bettino Craxi, condannato in via definitiva e poi fuggito alla giustizia italiana, con una vita da latitante in Tunisia. La storia è questa. Ma alcuni media e diversi politici cercano di riscriverla.
La vergogna è che, oggi, si parla di più di Craxi e si dimentica o quasi Borsellino. Noi non ci stiamo. Forza Italia e la Lega prendono ad esempio Bettino Craxi e vanno in pellegrinaggio sulla sua tomba, propongono addirittura di intitolargli delle strade, dimenticandosi Paolo Borsellino. Per il braccio destro di Salvini, infatti, Craxi fu un uomo lungimirante, interpretava la modernità e non si arricchì. Per Giancarlo Giorgetti, quindi, sarebbe meglio un latitante condannato, che un coraggioso servitore dello Stato. Uno schiaffo alla memoria di chi, come Borsellino, ha dato la vita per la difesa della legge.
D’altronde cosa possiamo aspettarci da un partito, come il Carroccio che, come Berlusconi, attacca i giudici un giorno sì e l’altro pure? I giudici, come recita la Costituzione all’articolo 101, sono soggetti soltanto alla legge, questi signori, che vogliono pieni poteri, se ne facciano una ragione.
Loro ricordano oggi un latitante. Noi un giudice coraggioso e i suoi uomini della scorta, onesti servitori dello Stato. Sono questi gli esempi da indicare alle future generazioni.