Da Ministro della Repubblica ho sempre ritenuto fosse fondamentale lavorare e tenere i toni bassi, soprattutto nel rispetto dei cittadini a cui non interessano gli schiamazzi politici che tentano di colmare il vuoto dei fatti con le parole.
Continuo a pensarla così. Ma ci sono anche momenti in cui, senza rispondere nel merito alle provocazioni che hanno soltanto lo scopo di ricordare agli altri la propria “esistenza politica”, vanno almeno precisate alcune minime regole per non abusare della pazienza dei cittadini.
Ho dato disponibilità a fare tutti i vertici necessari per dialogare, senza pregiudizi, e per apportare miglioramenti alle varie norme sulla giustizia. Infatti, sono state vagliate e sono ancora al vaglio diverse proposte per garantire certezza e celerità dei tempi.
Continuerò a farlo perché é giusto che sia così. Questo è l’unico metodo possibile in un governo con diverse forze politiche. Ed è un metodo che dovrebbero rivendicare e difendere tutte le forze di maggioranza.
Ma sia chiaro: non accetto ricatti e minacce da nessuno.
E vado avanti!
Io non credo che dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, ci mancherebbe: qualcuno dovrebbe semplicemente rendersi conto di non essere più al governo con Alfano e Verdini (che, come noto, hanno una concezione della giustizia lontana anni luce dalla mia).
Per troppi decenni, persone oneste di questo Paese hanno ingoiato il boccone amaro della prescrizione, simbolo di uno Stato che si rassegna rispetto alla propria incapacità di dare una risposta di giustizia in tempi celeri garantendo i diritti di tutte le parti.
La riforma del processo penale (commentata quotidianamente da persone che non l’hanno mai letta) accelera questi tempi. Ed è su questo “cantiere” che stiamo lavorando.