Medici, infermieri e operatori sociosanitari in questo momento soffrono la carenza di dispositivi di protezione, in particolare di mascherine. Non solo il personale sanitario, ma anche le nostre forze dell’ordine e di soccorso, i nostri militari e i tanti imprenditori e lavoratori nelle fabbriche. Spero dunque, cari servitori dello Stato, che queste mie parole – se avrete mai il tempo di leggerle – possano darvi un piccolo incoraggiamento.
Come Ministro sono al vostro servizio.
Alle 16.30 di oggi è atterrato in Italia il primo milione e mezzo di mascherine che era stato bloccato in Egitto.
E poco dopo hanno toccato la pista di atterraggio le 40.000 mascherine bloccate in India.
Con il Ministro della Difesa Guerini e il capo della Protezione Civile Borrelli abbiamo deciso di usare i voli militari anche per andarci a prendere quelle pronte in Cina, così da evitare inutili perdite di tempo. Tra domani e dopodomani arriveranno quindi due velivoli, uno della nostra Aeronautica Militare da Pechino con a bordo 1,5 milioni di mascherine + 100 ventilatori polmonari e uno che fa riferimento alla Protezione civile, in arrivo da Shenzhen, con a bordo altri 2 milioni e mezzo di mascherine.
C’è inoltre un autotrasportatore che dal cuore dell’Europa sta guidando senza sosta per portarci altri 2 milioni di mascherine.
Poche ore fa siamo riusciti a sbloccare la donazione delle forze armate della Federazione Russa e arriveranno altre centinaia di migliaia di mascherine, materiale medico e otto squadre di medici.
Inoltre, grazie al contratto firmato con la fabbrica cinese BYD (che produce automobili ma si è riconvertita) mercoledì arriveranno altri 6 milioni di mascherine e dalla settimana successiva 20 milioni ogni settimana, per una fornitura da oltre 100 milioni di mascherine, ulteriormente ampliabile.
Abbiamo anche sbloccato le 200.000 mascherine in Turchia (che o partono o ce le andiamo a prendere) e altre 2 milioni di mascherine in Brasile, inclusi 100 ventilatori polmonari.
Sulle 600.000 in Ucraina stiamo lavorando senza sosta insieme al Ministro Speranza e con il direttore della nostra Agenzia delle Dogane Minenna, mentre per quelle in Polonia sono già in corso approfondimenti.
Faremo in modo di avere una capacità produttiva interna soddisfacente. Ed è per questo che il commissario Arcuri ha avviato una produzione straordinaria proprio in queste ore, incentivando la conversione industriale di alcune fabbriche italiane. Ma finché non saremo in grado di produrre tutto in Italia, il ministero degli Esteri, con le sue donne e uomini del corpo diplomatico, insieme alle nostre agenzie di intelligence, continueranno a cercare in tutto il mondo il materiale di cui abbiamo bisogno. Ci sono consoli e ambasciatori che in questo momento stanno sfruttando le loro conoscenze e la loro personale reputazione per reperire ventilatori e mascherine, nei paesi più impensabili. Alcuni di loro hanno noleggiato magazzini, comprano il materiale sulla parola, lo stoccano grazie all’aiuto dello stesso personale delle ambasciate, sovrintendono al carico/scarico sui voli cargo e vanno a dormire – qualche ora – solo dopo che il volo ha toccato terra in Italia.
Ogni giorno la Farnesina e i miei più stretti collaboratori chiamano decine di nostri ambasciatori nel mondo per sondare se ci sono nuovi aiuti. Queste persone stanno andando oltre i loro compiti e le proprie responsabilità, garantendo contratti e operazioni spesso soltanto con la loro parola e le finanze della propria ambasciata. È vero, siamo tutti chiamati a fare il massimo. E infatti queste persone, come tanti altri servitori dello Stato in questo momento, lo stanno facendo.
Ai nostri eroi in camice bianco dico: resistete! Ai Paesi che ci stanno aiutando dico: non vi dimenticheremo mai.