Da luglio scatta il taglio del cuneo fiscale per 16 milioni di lavoratori.
Il provvedimento riguarda, in misure diverse, tutti coloro che sono sotto la soglia dei 40.000 euro l’anno. Si tratta di una misura strutturale che era stata pensata e realizzata prima dello scoppio dell’epidemia, quindi in una situazione non emergenziale, a testimonianza della nostra attenzione costante per le fasce più deboli della popolazione, perché nessuno resti indietro.
È chiaro che, alla luce di quanto è accaduto nelle ultime settimane, sono serviti ulteriori accorgimenti per fare fronte all’emergenza e il governo se ne sta facendo carico con provvedimenti da decine di miliardi per gestire le situazioni più gravi e dare almeno da mangiare ai cittadini che sono in gravissima difficoltà, dall‘estensione della cassa integrazione anche ad aziende con un solo dipendente ai bonus mensili per autonomi e famiglie, fino al potenziamento del fondo di garanzia PMI, alla sospensione del mutuo prima casa e ai 400 milioni per le necessità alimentari di molte famiglie che sono già stati accreditati nelle casse di Comuni. Ma stiamo anche studiando una forma di sostegno di medio periodo, un reddito di emergenza, per chi ha visto crollare in queste settimane le proprie entrate e non è coperto né dal Reddito di Cittadinanza né dalle misure del Cura Italia, perchè occorre aiutare tutti coloro che sono in difficoltà in questo momento.
Quando questa fase sarà finalmente alle nostre spalle, però, la misura che abbiamo votato oggi alla Camera resterà a regime.
La fascia fra 8.000 e 26.600 euro vedrà un aumento mensile in sostituzione del bonus precedente, per un totale di 100 euro ogni mese. Anche la fascia successiva, fino a 28.000 euro, avrà diritto a un bonus mensile di 100 euro, mentre prima era scoperta dal beneficio fiscale. Infine, per i lavoratori tra 28.000 e 40.000 euro è prevista una detrazione fiscale che decrescerà linearmente fino ad azzerarsi.
Questa è anche la risposta a chi in questi giorni difficili ha lanciato accuse false di chiusura del Parlamento per poi plaudire a chi il Parlamento lo ha chiuso per davvero a tempo indeterminato, come ha fatto il presidente ungherese Orban.