Il decreto Imprese è stato scritto dal Governo pensando al nostro tessuto produttivo: le imprese che fanno del nostro Paese una delle prime economie manifatturiere in Europa, grazie alla qualità e alle creatività garantite dal marchio Made in Italy. Tutto il lavoro che sta dietro quel marchio oggi necessita di sostengo, per consentire a lavoratori e imprese ci riprendere appena sarà possibile a portare sui mercati internazionali i loro prodotti. Alla base della grande operazione che è stata appena compiuta c’è il ruolo imprescindibile di Sace, controllata da Cassa depositi e prestiti, che si occupa essenzialmente di export e che con questo decreto avrà la possibilità di garantire i crediti alle imprese che vogliono ripartire proprio dall’internazionalizzazione e dalla sfida del commercio estero.
Lo Stato, con questo decreto, assicura 400 miliardi di garanzie che, sommati a quelli del Cura Italia, portano a più di 750 miliardi di euro il credito mobilitato: risorse con le quali il nostro tessuto produttivo può difendersi dalle conseguenze economiche del Coronavirus. Risorse che, tra l’altro, potenziano il sostegno pubblico all’export del Made in Italy.
Grazie alle garanzie statali, le banche concederanno prestiti alle imprese per i loro piani di investimento e di internazionalizzazione. Sarà Sace S.p.A. a gestire il processo attraverso il quale si garantiranno i finanziamenti per supportare le esportazioni. Con un sistema di co-assicurazione si rafforza il sostegno che lo Stato dà alle aziende esportatrici assumendosi il 90 per cento degli impegni finanziari derivanti da queste garanzie. Liberiamo così fino a 200 miliardi di euro destinati a incrementare il nostro export. Di questi, almeno 30 miliardi di euro sono riservati alle piccole e medie imprese. La possibilità di accedere al credito è valida per tutto il 2020.
Questi interventi rappresentano la nuova fase di un impegno che il governo aveva già assunto con il decreto Cura Italia: per guardare al mercato estero è stato creato un fondo apposito presso il Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, il Fondo per la promozione integrata, che avrà una dotazione iniziale per il 2020 di 150 milioni di euro.
L’attenzione alle nostre imprese che vogliono rafforzare la loro presenza commerciale all’estero, portando a una sempre maggiore diffusione dei prodotti che ci fanno grandi nel mondo, è stata una delle prime linee di azione del ministro Luigi Di Maio, non appena arrivato alla Farnesina. Con il trasferimento al ministero degli Esteri della competenza sul commercio estero, aveva già rafforzato il Piano straordinario per il made in Italy, dotato di 716 milioni di euro di risorse complessive.
Con questi ulteriori interventi per fronteggiare l’emergenza scaturita dalla pandemia, il respiro internazionale delle nostre aziende e la promozione delle nostre eccellenze diventano il punto d’orgoglio intorno al quale si comincia a progettare la ripartenza della nostra economia.