È la giornata mondiale per la lotta alla siccità: tuteliamo la risorsa più importante

A cura dei portavoce del MoVimento 5 Stelle in commissione Ambiente di Camera e Senato


Con il solstizio d’estate ci lasceremo alle spalle la primavera più secca degli ultimi 60 anni. Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della lotta alla desertificazione e alla siccità. E in Italia manca all’appello il 60% delle precipitazioni previste in questa stagione, stando a un’analisi condotta da Expert-Meteo.it. Volendo quantificare il volume delle piogge attese e non arrivate in questi mesi al nostro Paese, possiamo parlare di una quantità pari a quella del lago di Como.

Simone Abelli, meteorologo di Meteo Expert spiega che “le regioni del Nord Italia sono le più provate, con una anomalia del -70%, ma sono in sofferenza anche le regioni del Centro e quelle del Sud, dove il deficit di pioggia è rispettivamente del 59% e 41%”. “Da inizio anno sono mancati all’appello 23,4 miliardi di metri cubi di acqua – spiega Abelli -: la regione più colpita sembra essere il Piemonte. A Torino da inizio anno ne sono caduti solo 24 mm, tutti nel mese di marzo, pari a un deficit di -85% nei primi tre mesi e mezzo del 2020”. Al Centro e al Sud la situazione non migliora: si registrano rispettivamente dai 6,4 agli 8,1 miliardi di metri cubi di acqua in meno rispetto alla media.

Il fenomeno della siccità deve essere collegato tanto ai fattori ambientali tanto a quelli economici. Come ha sottolineato Ispra nella premessa del documento sulle Linee guida sugli indicatori di siccità e scarsità idrica (2018), “nel 2007 è stato stimato che l’11% della popolazione europea e il 17% del suo territorio sono stati affetti da eventi di scarsità idrica con un impatto economico di 100 miliardi di euro per i danni causati dalla siccità in Europa tra il 1976 e il 2006”.

Gli scenari riportati nel documento non sono confortanti. Alcuni studi, basati sugli eventi siccitosi nel periodo compreso dal 1951 al 2015, hanno registrato nel sud dell’Europa l’aumento di questi fenomeni, soprattutto nell’area del Mediterraneo. “A livello nazionale, recenti analisi sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla disponibilità della risorsa idrica hanno evidenziato una possibile riduzione significativa dell’ordine del 10% nella proiezione a breve termine 2020-2039, qualora si assumesse un approccio di mitigazione aggressivo, e dell’ordine del 40% nella proiezione a lungo termine 2080-2099, qualora si mantenesse la situazione attuale di emissione gas serra”.

L’acqua una risorsa da tutelare. Come ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Blog delle Stelle Vito Felice Uricchio, dell’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRSA) “le acque sono il termometro di tutto ciò che accade nel nostro Pianeta, i cambiamenti della loro qualità e quantità registrano ogni effetto positivo e negativo, naturale o antropico”.

Nel corso della XVIII legislatura il portavoce del Movimento 5 Stelle e geologo Franco Ortolani, tragicamente scomparso lo scorso 22 novembre, prima di poter concludere il suo mandato parlamentare, conduceva da tempo una battaglia contro il dissesto idrogeologico e per il riconoscimento dell’acqua come bene pubblico, comune, di importanza strategica nazionale. Ortolani voleva che i grandi acquiferi geologici fossero tutelati come “santuari dell’acqua potabile”. Il suo testamento è oggi un disegno di legge (il n.1671), un atto che poggia le sue fondamenta su principi costituzionali quali l’art. 9 della Costituzione (Tutela il paesaggio e il patrimonio storico), l’art.32 (tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività) ma anche l’art. 144 del Codice dell’ambiente, il quale sancisce che “tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato” e che, inoltre, “qualsiasi loro uso” deve essere effettuato “salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale”.

Questo disegno di legge è importante perché istituisce ufficialmente i santuari dell’acqua potabile, ovvero, l’insieme di tutti i bacini idrogeologici e dei bacini idrografici individuati secondo le risultanze della perimetrazione preliminare che si rifanno alla cartografia geologica e idrogeologica disponibile, dai dati già acquisiti e fruibili presso gli enti pubblici di ricerca e gli enti locali e dei dati in possesso degli enti o soggetti privati che gestiscono l’approvvigionamento potabile.

Un disegno di legge necessario per tutelare “le principali fonti di approvvigionamento di acqua potabile, costituite dalle sorgenti di acqua potabile captate e non ancora captate, dai bacini idrogeologici che contengono gli acquiferi da cui originano le sorgenti, dai bacini idrografici che alimentano gli invasi naturali o artificiali e dagli acquiferi costieri”.

Negli ultimi due anni il Movimento 5 Stelle ha raggiunto importanti risultati, a partire dal fatto che il Piano nazionale per il settore idrico abbia stanziato 1 miliardo in 10 anni. Di questi, 250 milioni sono già disponibili per interventi di messa in sicurezza di grandi infrastrutture. Abbiamo impedito inoltre la privatizzazione delle fonti del Sud e imposto per legge che la nuova società che gestirà le grandi infrastrutture di approvvigionamento accumulo e distribuzione dell’acqua – che sostituisce l’Eipli posto in liquidazione dal governo Monti nel 2011 – sia totalmente pubblica e sottoposta alla vigilanza e al controllo analogo degli enti pubblici soci. Un impegno costante che ha fatto sì che venissero attribuiti più poteri al nuovo Commissario per la depurazione affinché potesse agire rapidamente e in maniera efficace.

Quando diciamo che l’acqua è la prima stella del MoVimento, il nostro pensiero va alla necessità di prenderci cura del bene più prezioso, di garantirlo a tutte e tutti. Siamo al lavoro nelle istituzioni e nei territori per scongiurare che attorno al ciclo idrico si concentrino interessi finanziari e speculatori.

Nella Giornata mondiale contro la desertificazione e la siccità il nostro impegno è quello di continuare a lavorare in questa direzione: per l’acqua pubblica e per garantire che ogni centesimo pagato in bolletta sia speso per migliorare la rete e le infrastrutture idriche. Lo dobbiamo ai cittadini di oggi e soprattutto a quelli di domani.