Come sanno bene gli operatori del comparto agricolo e della pesca, molto spesso i loro investimenti sono rimasti chiusi in un cassetto a causa della difficoltà di ricevere prestiti dalle banche. Una difficoltà che non ha a che fare né con la solvibilità delle aziende né con la disponibilità delle banche a concedere il credito. In pratica, le normali difficoltà di dialogo tra banche e imprese in agricoltura si accentuano perché valutare il “business” agricolo non è semplice e questo determina una diminuzione del flusso di credito.
Una situazione paradossale che finalmente abbiamo risolto apportando una modifica normativa con la conversione in legge del Decreto Cura Italia. Grazie al nostro intervento, ora l’accesso diretto al Fondo di Garanzia per le PMI, gestito da Mediocredito Centrale, per le imprese agricole e della pesca è finalmente realtà.
Le banche hanno a disposizione garanzie che migliorano l’affidabilità delle imprese agricole, in particolare quelle che investono, come accade in tutti gli altri settori dell’economia. In questa prima fase sarà possibile presentare soltanto le richieste di garanzia legate agli aiuti di Stato nell’ambito dell’emergenza Covid-19, ovvero prestiti fino a 5 milioni di euro con garanzia fino al 90%, a sei anni con due di preammortamento, oppure prestiti fino a 30.000 euro a 10 anni con garanzia al 100%.
Successivamente però le imprese potranno presentare richieste di garanzia anche ai sensi del regime “de minimis”, cioè entro i limiti imposti dall’Unione Europea per evitare violazioni delle norme sugli aiuti di Stato. Ricorderete che recentemente abbiamo portato proprio il de minimis da 20.000 a 25.000 euro grazie alla capacità di controllo di questa agevolazione da parte del ministero.
Agganciare l’agricoltura alla garanzia pubblica del Fondo di garanzia è una risposta importante, e mi auguro davvero decisiva, alle richieste d’aiuto che ci pervenivano da tutto il mondo agricolo, anche prima dell’emergenza sanitaria. Da oggi, alle piccole e medie imprese agricole e della pesca si apriranno le porte del Fondo Centrale di Garanzia ma questo è solo un inizio.
Oltre le attuali possibilità, ci attende un lavoro di adeguamento a tutte le esigenze di credito delle imprese agricole, ovvero gestionali, di investimento e di consolidamento. Pertanto, vigileremo sull’applicazione concreta di questo meccanismo e lavoreremo per una sua maggiore incisività. Siamo fiduciosi perché ha già mostrato di funzionare con il comparto agroalimentare dove, solo nel 2019, i prestiti concessi con garanzia del Fondo hanno superato il miliardo di euro, il 3,2% del totale impieghi del settore.
Anche gli imprenditori dell’agricoltura e della pesca adesso, con la disponibilità delle banche, possono spingere su investimenti e innovazione per superare la crisi e creare valore aggiunto. Siamo davvero fieri di questa piccola rivoluzione, perché porterà un grande slancio al made in Italy e all’economia del Paese.