di Francesca De Vito, consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle in Regione Lazio
Per la prima volta la Regione Lazio si dota di una legge per la tutela e la valorizzazione dei comuni con una popolazione inferiore a 5 mila abitanti. Parliamo di un provvedimento che si attendeva da quasi 20 anni e oggi finalmente è legge grazie al MoVimento 5 Stelle che da opposizione costruttiva, ha presentato, difeso e sostenuto la proposta, di cui sono stata la prima firmataria, riuscendo a farla approvare dal consiglio.
Con questo atto ho voluto analizzare le maggiori problematiche che riguardano i piccoli comuni, legate all’ambiente, al dissesto idrogeologico, alle attività produttive e allo spopolamento, e proposto una serie di soluzioni sia per i cittadini che vi risiedono sia per coloro che vi si potrebbero trasferire, per le imprese commerciali esistenti e per quelle future.
Si tratta di una legge che punta ad invogliare chi sceglie di vivere o di investire nei piccoli centri urbani, che nel Lazio sono 254 su 378, introducendo incentivi e agevolazioni che hanno un duplice scopo: da un lato preservare e supportare l’immenso patrimonio di cultura, storia e tradizioni, dall’altro arginare e contrastare gli effetti dello spopolamento. L’obiettivo è perseguire lo sviluppo sociale, civile ed economico di questi territori, con strumenti pensati per i cittadini e le attività produttive.
Grazie a questa legge, infatti, chi decide di puntare su questi piccoli centri dalla storia antica, avviando un’impresa, una bottega, un ristorante, un’attività ricettiva o ristrutturando vecchi immobili dei centri storici, potrà beneficiare di contributi e agevolazioni tributarie per i successivi 5 anni. Inoltre chi dovesse decidere di risiedere in un comune con queste caratteristiche, potrà usufruire di un reddito di residenza attiva, suddiviso in 3 annualità, o di premi alla natalità nel caso della nascita di un figlio.
Con queste misure sosteniamo le potenzialità dei piccoli comuni in grado di intrecciare tradizione e innovazione, passato e futuro, provando a innescare un circuito virtuoso, capace di tradursi in occupazione e sviluppo sostenibile, migliorando anche la qualità di vita di chi decide di tornare ad abitarli, a viverli e farli rivivere.
Non solo. Se da un lato questa legge si rivolge ai cittadini e agli imprenditori, dall’altro guarda anche alle difficoltà degli amministratori degli enti locali, che spesso, specie nei comuni di piccole dimensioni, non possiedono piattaforme informatiche o risorse umane sufficienti, adeguate o professionalmente competenti, a gestire tutte le necessità e specialmente, la partecipazione ad un avviso pubblico per ottenere finanziamenti.
Per sopperire a queste carenze ho pensato ad un sostegno tecnico e amministrativo da parte della Regione, anche attraverso convenzioni con ANCI e UNCEM, per predisporre progetti e incentivare i comuni a partecipare e aggiudicarsi le risorse economiche messe a bando. Inoltre ho voluto introdurre un iter semplificato per le operazioni di rendicontazione di contributi inferiori a 20mila euro, ricevuti dalla Regione a qualsiasi titolo, per i Comuni con popolazione inferiore ai 2000 abitanti.
Infine, l’aspetto determinante, è aver introdotto i concetti di programmazione e pianificazione che entrano prepotentemente a supportare una politica seria, vicina ai territori e fondamentale per il loro sviluppo. Sarà decisivo, infatti, iniziare ad attuare una politica di tutela e valorizzazione che non sia legata solo ai bandi pubblici, ma ad analizzare e individuare come e dove investire, quali siano le necessità dei singoli comuni e di conseguenza le linee di intervento annuali e pluriennali, le azioni di sostegno, i riparti delle risorse economiche ed i controlli.
Ancora una volta il MoVimento 5 Stelle, pur stando all’opposizione in consiglio regionale, è riuscito a incidere e ottenere un risultato importante che 254 piccoli comuni del Lazio attendevano da quasi 20 anni.
Grazie a questa legge abbiamo raggiunto un importante traguardo, ora ci auguriamo che la maggioranza e la Giunta regionale, che comunque avrebbe potuto fare di più, specialmente in termini economici, sostengano in futuro questi comuni ed una più ampia partecipazione delle associazioni che li rappresentano, nei processi di pianificazione delle azioni da intraprendere ed attuare.
Non abbiamo a che fare con oggetti da promuovere e mettere in vendita, ma con luoghi vivi che devono essere conosciuti, rispettati e tutelati nelle loro risorse, nelle loro ricchezze e nelle loro potenzialità sociali, turistiche, culturali ed economiche. Mi auguro che questa legge sia solo l’inizio.