Il nuovo ponte di Genova è stato inaugurato, ed è ovviamente una notizia importante per Genova e per la Liguria, che stanno vivendo mesi difficili sul fronte della viabilità. Siamo andati a Genova per stare vicini ai cittadini genovesi e alle famiglie delle vittime: purtroppo, questo voglio sottolinearlo, non c’è nulla da festeggiare. Perché quel ponte non doveva crollare. Va però rimarcato come in questi due anni noi del Movimento 5 Stelle non abbiamo mollato di un centimetro, e abbiamo lavorato perché si potesse arrivare alla giornata di oggi.
Quanto accaduto non lo dimentichiamo: il 14 agosto resterà una giornata scolpita nella storia del nostro Paese. Una sconfitta dello Stato, perché quella tragedia si doveva evitare. Se quel ponte fosse stato manutenuto da chi doveva farlo per legge, non ci sarebbero stati 43 morti. Oggi, seppure in maniera sobria e composta, lo Stato rialza la testa: grazie alla determinazione di chi ha lavorato notte e giorno, c’è un nuovo ponte all’avanguardia, costruito non con i soldi dei cittadini ma con quelli di coloro che consideravano il vecchio Morandi solo una fonte di lucro, senza che ciò portasse a nessuno scrupolo sul suo ammodernamento.
Oggi vogliamo stare vicini ai genovesi e la loro sofferenza. Senza nessun festeggiamento. Ricordiamo cosa abbiamo dovuto penare quando approvammo il decreto Genova. Personalmente sono stato accusato da Salvini, da Giorgetti, da Toti e dai tanti che asserivano senza alcuna argomentazione che quel decreto era scritto con i piedi. Al Mit, invece, io mi limitavo a lavorare in modo completamente diverso rispetto a come lo si era fatto prima. I cittadini oggi lo sanno: ci sono le impronte digitali del MoVimento 5 Stelle sul nuovo ponte, perché senza quel decreto quel ponte oggi non lo avremmo di nuovo a disposizione.
Se ci fosse stato uno Stato forte, non ci sarebbe stata la necessità di fare un decreto così di rottura rispetto al passato. Ci siamo trovati di fronte una realtà fatta di ossessione per gli utili e per i profitti. Un intreccio affaristico che senza il minimo scrupolo, ogni anno rimpinguava vedeva salire la montagna di quattrini, e di conseguenza, diminuiva il denaro destinato agli investimenti. Ecco, su quell’intreccio abbiamo voluto scrivere la parola fine.
Non è facile sorridere, quando si sa che l’inaugurazione di un’opera arriva a due anni dalla morte di 43 innocenti. Non smetteremo di chiedere giustizia per loro. Oggi però tutti i cittadini sanno che lo Stato per loro c’è. E che finché ci sarà il Movimento 5 Stelle al governo, si lavorerà ogni attimo perché cose così nefaste non accadano più.