È il secondo scandalo che travolge l’amministrazione Zaia in meno di una settimana. Stiamo ancora aspettando i bonifici delle indennità di trasferta indebitamente percepiti dai consiglieri regionali Veneto, quando ecco che scoppia il caso dei furbetti dei 600 euro.
Ma che razza di politici sono coloro che intascano un bonus destinato ai lavoratori penalizzati dal Covid? È una solenne presa in giro, poi, la giustificazione secondo la quale gli accrediti nei loro conti correnti siano avvenuti “a loro insaputa”.
La Lega e i consiglieri regionali che hanno incassato i 600 euro del Governo lamentavano da mesi – a reti unificate – che non arrivavano i contributi dello Stato. Mentivano ai cittadini due volte: la prima sull’incasso degli aiuti e la seconda sul fatto che dal Governo non arrivasse nulla.
Approfittare dell’emergenza per ottenere un vantaggio ingiusto non è etico, anzi rende questo comportamento ancora più ripugnante.
Mi complimento con i vertici Inps che sono stati in grado di rilevare queste assurdità. È giusto che se qualche politico sbaglia, anche se del Movimento 5 Stelle, sia chiamato a risponderne davanti ai cittadini.
Ma questa situazione si aggiunge al caso di Zaia e dei consiglieri regionali del Veneto che hanno incassato le indennità di trasferta anche nel periodo del lockdown, quindi senza averne diritto. Una volta colti con le mani nel sacco, a seguito delle denunce del MoVimento 5 Stelle, hanno promesso di restituirli. Ovviamente alle promesse di Zaia non è seguito nulla. Dobbiamo quindi aspettarci che non succederà nulla anche per i furbetti che hanno intascato i 600 euro?
Qui l’articolo del Fatto Quotidiano sulla vicenda.