Il lavoro è al centro dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle da quando è arrivato in Parlamento. Con l’esperienza di governo abbiamo subito portato a termine delle battaglie storiche che hanno puntato a dare più tutele e diritti ai lavoratori. Il Decreto Dignità ne è stato un esempio fondamentale perché è arrivato come primo tra i provvedimenti che abbiamo voluto approvare per dare un duro colpo al precariato e costruire una speranza per il lavoro stabile in Italia.
Sappiamo bene che il periodo dal quale stiamo uscendo ha messo a dura prova gli equilibri occupazionali del nostro Paese, ma dobbiamo riconoscere a questo governo uno sforzo eccezionale per andare incontro a quanti nei mesi del lockdown si sono trovati senza lavoro e senza reddito. Le prime misure contenute nel decreto Cura Italia hanno assicurato ai lavoratori dipendenti le prime 9 settimane di cassa integrazione. Per quelli autonomi e le partite Iva abbiamo invece introdotto il bonus da 600 euro per trovare un po’ di respiro visto il blocco di tutte le attività.
Non abbiamo lasciato indietro alcuna categoria e settore produttivo: il bonus di 600 euro è andato anche ai lavoratori dipendenti stagionali del settore turismo e degli stabilimenti termali, agli operai agricoli a tempo determinato che nel 2019 abbiano effettuato almeno 50 giornate effettive di attività di lavoro agricolo, ai lavoratori autonomi dello spettacolo con reddito annuo non superiore ai 50.000 euro (iscritti al Fondo pensioni Lavoratori dello spettacolo) e ai collaboratori di federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva, società e associazioni sportive dilettantistiche.
Abbiamo anche sospeso i licenziamenti in corso ed evitato che si potessero mettere in atto nuove procedure di licenziamento.
Nel decreto Rilancio questi interventi sono stati confermati e anzi rafforzati: con 25 miliardi di euro siamo andati di nuovo a proteggere il lavoro dipendente ed autonomo, aumentando fino a 1.000 euro al mese il bonus per quei lavoratori che hanno subito perdite di fatturato fino al 33%. Siamo anche andati incontro ai professionisti iscritti a casse di previdenza aumentando la dotazione del Fondo per il reddito di ultima istanza istituito con il dl Cura Italia per erogare loro il bonus da 600 euro. Attenzione specifica ai lavoratori domestici che hanno potuto fare richiesta per un bonus da 500 euro vista l’impossibilità di continuare il loro lavoro durante il lockdown. Siamo intervenuti per regolarizzare i lavoratori del settore agricolo, ma anche colf e badanti, sia italiani che stranieri. Abbiamo così facilitato l’emersione del lavoro nero e assicurato diritti e tutele a chi ha un contratto di lavoro.
Non dimentichiamoci poi della grande rivoluzione che la pandemia ha inaspettatamente accelerato: lo smartworking, che noi abbiamo sempre sostenuto come modalità di lavoro da incrementare, è diventato la regola per i dipendenti della Pubblica amministrazione e molto più diffuso nelle aziende private rispetto a prima. È uno strumento che consente di conciliare la necessità di tutelare la salute e l’importanza di continuare a lavorare, da casa. Il lavoro agile è stato favorito per legge soprattutto per i lavoratori con delle patologie o con familiari e bambini piccoli da accudire.
Numerose le agevolazioni fiscali pensate per le partite Iva, con la sospensione di alcuni versamenti e un credito di imposta al 60% sul costo dell’affitto per negozi e botteghe.
Proprio quando abbiamo iniziato a riprendere tutte le attività, 16 milioni di lavoratori italiani hanno cominciato a vedere gli effetti di un altro provvedimento che abbiamo fortemente voluto introdurre: il taglio del cuneo fiscale.
Per chi dichiara redditi fino a 40 mila euro ci sono più soldi in busta paga. E questo è solo l’inizio. Dal 2021 il costo del lavoro scenderà ulteriormente perché faremo partire una riforma Irpef complessiva per cui abbiamo già messo a bilancio 5 miliardi. Più soldi in tasca ai lavoratori: un’altra promessa mantenuta!
L’impegno del governo a sostegno dei lavoratori non si è però fermato a tutti questi interventi. Il decreto Agosto ha previsto un ulteriore pacchetto per tutelare l’occupazione che vale 12 miliardi di euro. Con quest’ultimo decreto rifinanziamo la cassa integrazione per altre 18 settimane, per il periodo compreso tra il 13 luglio e il 31 dicembre 2020. Ci sarà anche uno sgravio contributivo per quei datori di lavoro che non faranno richiesta di nuova Cig Covid, ai quali sarà riconosciuto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali al 100% per un massimo di 4 mesi. Per tutto il periodo nel quale le aziende saranno sotto Cig o riceveranno lo sgravio contributivo i licenziamenti rimarranno bloccati, fatta eccezione per i fallimenti, la cessazione delle attività o alcuni accordi aziendali. Viene anche estesa fino al 31 dicembre 2020 la possibilità di procedere a una proroga o un rinnovo dei contratti a termine per un periodo massimo di 12 mesi, anche in assenza delle causali introdotte dal Dl Dignità e ferma restando la durata massima complessiva del contratto di 24 mesi. Nel decreto agosto si interviene anche in maniera strutturale sul mondo del lavoro perché ci sono ulteriori 500 milioni per il Fondo per le nuove competenze, risorse che andranno a incentivare la formazione dei lavoratori e le transizioni occupazionali e si sommeranno ai 230 milioni già stanziati con il decreto Rilancio.
L’attenzione si è concentrata anche sulle nuove assunzioni per agevolare l’occupazione: ci saranno 6 mesi di decontribuzione al 100% per i lavoratori assunti in questa fase a tempo indeterminato. L’esonero sarà di 3 mesi per i lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali. Per stimolare la crescita e l’occupazione nelle regioni del Sud è prevista un’agevolazione contributiva specifica al 30%. In arrivo anche ulteriori indennità per i lavoratori più danneggiati dall’emergenza: 1000 euro per gli stagionali del turismo, degli stabilimenti termali e dello spettacolo e per altre categorie di lavoratori (iscritti al Fondo pensioni lavoratori dello spettacolo in possesso di determinati requisiti, dipendenti stagionali appartenenti ad altri settori, gli intermittenti e gli incaricati di vendite a domicilio). Prevista pure un’indennità di 600 euro per i lavoratori marittimi e gli stagionali sportivi. Anche le indennità di disoccupazione vengono prorogate di ulteriori 2 mesi per coloro che hanno visto terminare il sussidio a maggio e giugno.
Infine, due interventi per chi è più in difficoltà: l’estensione per un’ulteriore mensilità, tra 400 e 800 euro, del Reddito di Emergenza che ha rappresentato un aiuto concreto a chi si è trovato senza altri sussidi nel post-pandemia. E l’adeguamento dell’assegno ordinario di invalidità civile al 100% che consentirà di estendere il regime previsto per le persone di età pari o superiore ai 60 anni, a tutti i maggiorenni, per un importo di circa 650 euro, in linea con quanto stabilito dalla sentenza della Consulta.
Siamo di fronte a una serie di misure che si aggiungono ai 36 miliardi già investiti con il decreto Cura Italia e con il Decreto Rilancio e che dimostrano la centralità del mondo del lavoro nell’azione del governo. Accompagniamo le aziende e i lavoratori fuori dall’emergenza incentivando l’occupazione stabile, la formazione e sostenendo le categorie più colpite attraverso politiche sociali sempre attente ai più deboli.