Così abbiamo bloccato la colata di cemento che stava per riversarsi sulla costa

#StorieGuerriere è la rubrica del Blog delle Stelle dedicata alle iniziative portate avanti in questi anni da attivisti e portavoce locali del MoVimento 5 Stelle che hanno generato risultati positivi concreti e tangibili per il loro territorio o per i cittadini che lo abitano. L’impegno e la generosità di cittadini attivi che hanno portato un valore aggiunto per il nostro Paese. Inviate la vostra storia guerriera a bit.ly/storieguerriere


A cura del portavoce del MoVimento 5 Stelle nell’Assemblea Regionale Siciliana Antonio De Luca e del Meetup Grilli dello Stretto – Messina

• IL PROBLEMA

Siamo nel 2017 e la città di Messina attendeva un nuovo piano regolatore, dato che quello vigente era scaduto nel 2012.

L’assenza di un PRG aveva cagionato danni incalcolabili a un territorio devastato da 22 milioni di colate di metri cubi abitativi di cemento previsti, di cui 19 milioni realizzati senza una reale corrispondente necessità abitativa. Ci si aspettava quindi un piano regolatore che prevedesse sviluppo sostenibile, senza ulteriori previsioni edificatorie.

• L’INIZIATIVA

I nostri attivisti tecnici del gdl urbanistica, notavano che dal 2012 le due amministrazioni succedutesi, non solo non si dedicavano al nuovo PRG, ma incaricavano i tecnici comunali per redigere una variante a quello vecchio, denominata “salvacolline”, col fine dichiarato di spostare 3 milioni di metri cubi previsti in zone collinari a rischio idrogeologico, verso zone diverse del territorio.

Nulla questio sulla carta, anzi iniziativa lodevole con tanto di complimenti anche dalla stampa locale. Ma i nostri attivisti, in particolare l’ing. Sergio Bruno, notavano qualcosa di strano in questa strana variante e studiando i documenti tecnici e amministrativi, si convinsero che il nome suggestivo e ambientalista “salvacolline” nascondesse una potenziale immensa fregatura. Sergio Bruno fece letteralmente il diavolo a quattro nel Meetup fin quando non ci convinse della sua intuizione.

Con coraggio affrontammo il tema impopolare tutto in salita e scoprimmo che i 3 milioni di metri cubi che dalle colline sarebbero stati trasferiti in altre zone erano volumi di fatto non utilizzabili, in quanto i vincoli ambientali ne impedivano la realizzazione, per cui le colline non avevano bisogno di alcun provvedimento che le salvasse.

Da qui capimmo che più che le colline si stavano salvando i volumi edificatori.

Temendo che i volumi così “resuscitati” potessero atterrare in zone in cui i vincoli non arrivavano, scoprimmo che i contenuti della variante erano stati secretati sulla base di una legge regionale sulla cui esistenza non si è mai fatta chiarezza e gli stessi presidenti degli ordini professionali, che condividevano le nostre perplessità, non avevano conoscenza di tale oscura normativa.

Organizzammo quindi una conferenza stampa seguitissima durante la quale gli attivisti Sergio Bruno, Francesco Greco e Antonio De Luca (oggi portavoce nell’Assemblea Regionale Siciliana) insieme ai portavoce Valentina Zafarana e Francesco D’Uva resero note le tante insidie che si celavano nel “salvacolline”.

Le nostre parole furono confermate in un successivo partecipatissimo convegno in cui il Meetup era rappresentanto da Grazia D’Angelo e Barbara Floridia (oggi entrambe portavoce al Senato della Repubblica), da tutti gli ordini professionali e dall’allora ingegnere capo del genio civile che con i loro interventi confermarono che la nostra battaglia aveva rivelato un’amara realtà: dietro un provvedimento con un bellissimo nome si celava un pessimo contenuto e la possibilità di avviare un’enorme speculazione edilizia.

Venne fuori persino che erano previsti volumi lungo argini di torrenti e vicino le spiagge, che era stata istituita una complessa “banca di volumi” con tantissime ditte interessate a barattare volumi rimasti sulla carta, con altri edificabili in zone costiere e pianeggianti guarda caso dove i vincoli ambientali non arrivavano.

• IL RISULTATO

– I consiglieri comunali di quella consiliatura, travolti dal clamore mediatico che ebbe la nostra iniziativa, non votarono mai la variante.

– La successiva amministrazione, sebbene nostra acerrima avversaria politica, ha portato in Consiglio l’annullamento definitivo del provvedimento, dando seguito alla nostra battaglia. Annullamento recentemente approvato dal Consiglio comunale anche con il voto dei consiglieri 5 Stelle, che di fronte al bene del territorio hanno condiviso la delibera.

• COSA SERVE PER REPLICARE L’INIZIATIVA?

Consigliamo, in casi simili di sospetti attacchi al territorio, di non lasciarsi mai abbindolare dai nomi, a volte altisonanti ed estremamente positivi, che vengono dati ai provvedimenti.

Analizzare con attenzione e con l’ausilio di esperti consentirà ai gruppi locali di svelare le insidie celate nei provvedimenti urbanistici, da sempre oggetto delle attenzioni degli speculatori.

Altro strumento utile è l’accesso agli atti preparatori che consente la verifica dell’iter procedimentale dal quale si possono ottenere preziose informazioni utili a svelare la reale portata di un atto amministrativo.