Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale “Incentivi” del Ministero dello Sviluppo Economico in attuazione dell’articolo 42-bis del decreto legge 30 dicembre 2019, n. 162 (convertito con modificazioni dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8), si completa finalmente la disciplina che rende una realtà la creazione delle Comunità Energetiche. Da oggi, infatti, grazie all’anticipo con cui l’Italia ha disciplinato il recepimento della Direttiva RED II rendendo possibile la condivisione dell’energia elettrica prodotta da impianti alimentati a fonti rinnovabili tra più cittadini, i consumatori di energia elettrica potranno associarsi per realizzare configurazioni di Autoconsumo collettivo e Comunità Energetiche. Si tratta di una possibilità che non esisteva in precedenza, poiché sussisteva il limite normativo per cui l’energia prodotta da un impianto alimentato da fonte rinnovabile fosse autoconsumata al massimo dall’utente presso il quale l’impianto era installato, e che rivoluziona il sistema energetico del nostro Paese.
Adesso privati cittadini, attività produttive ed enti pubblici possono costituire Comunità e usufruire dei vantaggi a esse connessi. È tempo, dunque, di iniziare a promuoverle sui territori. Sul versante pubblico, dal canto nostro, stiamo sostenendo una mozione rivolta ai rappresentanti eletti nelle istituzioni locali, affinché si impegnino per incoraggiare sui propri territori di competenza politiche sociali attive che coinvolgano i cittadini nella promozione e nella creazione di tali configurazioni.
L’Autoconsumo collettivo può essere attivato da famiglie e altri soggetti che si trovano nello stesso edificio o condominio, purché i soggetti diversi dalle famiglie non producano energia come attività principale. Alle Comunità Energetiche, invece, possono partecipare persone fisiche, piccole e medie imprese, Enti Territoriali o Autorità locali, comprese le Amministrazioni comunali, ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello condominiale, purché siano tutti collegati alla medesima cabina di trasformazione dell’energia di media/bassa tensione e la partecipazione alla Comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e industriale principale. Sarà, dunque, auspicabile che le istituzioni locali predispongano appositi sportelli informativi per mettere a disposizione dei cittadini tutte le informazioni necessarie alla realizzazione di tali configurazioni.
Quello delle Comunità energetiche è un universo in grado di innescare un circolo virtuoso di vantaggi e benefici ambientali, sociali ed economici diretti, e puntare a una crescita sostenibile, abbattendo le emissioni inquinanti e riducendone le conseguenze ambientali e sanitarie, fortemente impattanti nei centri urbani. Tra i benefici diretti riconosciuti ai membri che aderiscono alle Comunità energetiche c’è la riduzione dei costi della bolletta elettrica, un benefit che può contribuire in maniera efficace ad affrontare anche il problema della povertà energetica tra i cittadini, condizione che vede l’Italia collocarsi alla 19° posizione tra i 28 paesi membri dell’Unione europea, e nella quale vivono, secondo un’indagine realizzata dallo Spi-Cgil e dalla Fondazione Di Vittorio, poco più di nove milioni di italiani, ossia più del 15% del totale, con un impatto particolarmente rilevante per la popolazione anziana. Sfruttare questa opportunità significa individuare la giusta strategia non soltanto per raggiungere più facilmente gli obiettivi del Piano Nazionale Energia e Clima e i target molto più sfidanti individuati dall’Unione europea per ridurre gli impatti e affrontare i rischi del cambiamento climatico, ma anche favorire concretamente la transizione energetica.
LA MOZIONE È RIVOLTA A TUTTE LE ISTITUZIONI LOCALI.
Se sei un consigliere comunale, un’associazione o un cittadino attivo sostieni anche tu le Comunità energetiche. SCOPRI COME FARE PER MOBILITARTI
Per saperne di più: consulta la sezione COMUNITÀ ENERGETICHE sul Blog di Gianni Pietro Girotto.