Sono lontani i tempi in cui il presidente della Regione Veneto , il leghista Luca Zaia tuonava contro lo Sblocca Italia di Renzi e prometteva “non costruiremo nuovi inceneritori”. Era il 2015. Ora nel 2020 Zaia ha la faccia tosta di chiedere di utilizzare 70 milioni di euro del Recovery Fund europeo destinati al nostro Paese per realizzare il nuovo inceneritore di Veritas Spa a Venezia. Una richiesta che va in netto contrasto con le sue stesse promesse, con la tutela dell’ambiente, con la promozione della vera economia circolare e di tutte le nuove linee guida che stanno arrivando dall’ Unione Europea che ad esempio nella gestione dei Fondi Strutturali escludono esplicitamente l’uso di risorse comunitarie per inceneritori e discariche, mentre nel rispetto della gerarchia d’intervento comunitaria vanno finanziate politiche anche industrali di riduzione, riciclo, riuso, compostaggio.
La nostra portavoce europea Sabrina Pignedoli e quella regionale Erika Baldin, scoperta la richiesta all’interno della pacchetto proposto dalla Regione Veneto, hanno subito scritto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e stanno presentando segnalazioni alle autorità europee e interrogazioni . Ecco la lettera:
Gentile Ministro dell’Ambiente,
Con la presente le segnaliamo per opportuna conoscenza il palese non rispetto della gerarchia d’intervento nella gestione rifiuti e contraddizione delle nuove linee guida europee da parte della Regione Veneto sull’uso di fondi – incluso Recovery Fund – che non prevedono il finanziamento di nuovi inceneritori e discariche.
Come evidenziato dalla stampa specialistica, dopo un ampio confronto sono stati approvati i testi finali sui criteri di impiego del Just Transition Fund (Jtf) e dei nuovi criteri per i fondi regionali del Cohesion Fund.
Per molte associazioni e imprese da tempo impegnate nella promozione di una vera economia circolare, è un risultato epocale, che sarà applicato al periodo 2021-2027 e riguarderà tutti gli Stati membri, con particolare attenzione alle comunità meno sviluppate.
Vale la pena ricordare che fino a qualche anno fa i Fondi regionali, impiegati per le aree più arretrate e spesso anche per le regioni del Sud Italia, andava ai gradini più bassi alla gerarchia dei rifiuti, ovvero discariche e inceneritori, rendendoli irragionevolmente convenienti. Ora invece sul capitolo rifiuti i fondi andranno ai livelli superiori della gerarchia, inclusi non solo riciclo e compostaggio, ma anche azioni intese a riduzione e riuso.
In netta contraddizione con le nuove linee guida europee, la Regione Veneto con documento allegato Dgr n.1529 del 17 novembre 2020 ha proposto un progetto per un “sistema integrato energeticamente virtuoso ed automatizzato per gestione frazione secca residua dei rifiuti urbani, fanghi di depurazione con recupero di materia, valorizzazione energetica”. Un sistema che viene esplicitato “reimpiega i cascami termici della combustione”. In poche parole il nuovo inceneritore di Venezia. Come viene esplicitamente citato, il progetto è quello di Venezia per il bacino della Venezia Ambiente e Laguna di Venezia. Si chiedono quindi fondi del Recovery Fund per una azione che è in netta contraddizione con le linee guida europee.
In attesa di definizione criteri per il Recovery fund e Relative istruttorie, questo progetto è in palese, clamorosa contraddizione con le linee di indirizzo che la UE sta definendo in tutte le misure analoghe.
Le inviamo questa segnalazione affinchè il suo ministero informi il Ministero per lo Sviluppo Economico della totale irrecivibilità di questa proposta in totale contrasto con le linee guida europee sull’economia circolare. Sarà nostra cura presentare istanze presso i nostri organi di rappresentanza con apposite segnalazioni e interrogazioni.
Ringraziandola per il suo impegno quotidiano, porgiamo
Distinti Saluti
Sabrina Pignedoli, eurodeputata MoVimento 5 Stelle
Erika Baldin, consigliera regionale MoVimento 5 Stelle Veneto