La bella notizia della liberazione dei pescatori mazaresi ha giustamente monopolizzato l’attenzione mediatica nelle ultime ore, ma, con un tempismo non voluto e certamente incredibile, nelle stesse ore si stava svolgendo un altro evento che potrei definire storico per i rapporti tra Italia e Libia, la prima Commissione Economica Congiunta Italia-Libia (CECIL) che ho avuto il piacere e l’onore di copresiedere insieme al Sottosegretario Tellisi, Capo delegazione libico.
Nonostante l’ostacolo oggettivo della pandemia, abbiamo creduto che dare ufficialmente avvio ai lavori della Commissione entro la fine di quest’anno fosse un importante segnale politico della determinazione di Italia e Libia a rilanciare una collaborazione a tutto tondo, in ambito politico, economico, culturale e di sicurezza.
La convocazione di questa Commissione, infatti, è di per sé molto significativa per due ragioni.
In primo luogo perché testimonia che la Libia ha superato la fase del conflitto militare aperto, che ha generato insicurezza per il suo popolo e ha impattato severamente anche sul quadro economico e sociale del Paese. Oggi, sebbene il percorso sia ancora lungo e non manchino i tentativi interni ed esterni di ostacolarlo, siamo lieti di constatare la determinazione delle autorità libiche a preservare l’unità, l’integrità e la sovranità del Paese. Questo ha già permesso di ottenere importanti progressi.
Penso in primo luogo alla ripresa della produzione petrolifera, che in poche settimane ha praticamente raggiunto i livelli precedenti al blocco di gennaio.
Mi riferisco però anche ai progressi registrati con i lavori della “Libyan Economic Experts Commission” (LEEC), che si è riunita da ultimo a Ginevra il 14 e il 15 dicembre scorsi.
Inoltre le parti stanno anche lavorando per la definizione di un nuovo tasso di cambio ufficiale e per riportare ad unità la Banca Centrale di Libia. Tutto questo potrà senza alcun dubbio incidere positivamente sulla ripresa economica del Paese, sulla ricostruzione di un clima di fiducia in Libia e verso la Libia e, in generale, sulle possibilità di rilanciare il benessere del popolo libico.
Come Governo ci siamo dati l’obbiettivo di proteggere gli sforzi negoziali e accompagnare la Libia in questo percorso, proseguendo la collaborazione bilaterale e sostenendo con coerenza e determinazione gli sforzi dell’ONU nell’ambito del Processo di Berlino.
La seconda ragione dell’importanza questa Commissione è rappresentata dai recenti sviluppi del dialogo intra-libico che mostrano che è tempo per la Libia di tornare a ricostruire il proprio futuro. Noi vogliamo che l’Italia sia al fianco del popolo e delle autorità libiche in questo percorso.
Con la CECIL ci siamo dati il difficile compito di rilanciare i rapporti economico-commerciali bilaterali, mai venuti meno neppure nella fase acuta della crisi.
Nel 2012 l’interscambio commerciale raggiungeva i 15 miliardi di Euro. Nel 2019, al termine di un anno complicatissimo sul piano interno, l’interscambio si è attestato a poco meno di 6 miliardi: sicuramente una sensibile riduzione ma comunque una cifra notevolissima, peraltro tra le più alte per l’Italia nei suoi rapporti con l’intera area mediorientale e nordafricana. Si tratta della miglior prova della solidità e della durevolezza degli interessi economici che legano i nostri Paesi.
Ecco perché abbiamo il dovere di riprendere questo ambizioso percorso congiunto, rendendo il quadro delle nostre relazioni economico-commerciali più ampio, più strutturato e più vario di quanto sia attualmente. Le potenzialità ci sono tutte.
Questa prima sessione ha consentito di fare un quadro aggiornato degli interessi prioritari e le esigenze di entrambe le parti.
Molti sono i progetti già in fase di elaborazione. In primis, il progetto di autostrada costiera che attraverserà tutta la Libia da est a ovest, che riteniamo avere non solo un’importanza strategica ma anche una valenza simbolica nel collegare tutto il Paese e migliorare le sue connessioni con i vicini.
In parallelo al consolidamento del tradizionale partenariato energetico, delle infrastrutture e della loro gestione, puntiamo a rafforzare la cooperazione in materia di giustizia e istruzione (come testimoniato anche dalla recente firma del Memorandum d’Intesa per l’insegnamento della lingua italiana nelle scuole libiche) e siamo pronti ad avviare la collaborazione su settori innovativi, come quelli delle energie rinnovabili e delle tecnologie, come pure in ambito archeologico (ricordo i numerosi siti romani e pre-romani in Libia).
Puntiamo anche a una gestione condivisa e responsabile del Mar Mediterraneo, che vogliamo torni ad essere un elemento di unione tra i nostri Paesi e tra tutti i Paesi che su di esso si affacciano.
Per creare un nuovo clima di fiducia da parte dei nostri imprenditori abbiamo chiesto e ottenuto dalla delegazione libica garanzie sul pagamento dei crediti storici (pre 2011) vantati da alcune aziende italiane e anche di quelli recenti (post 2011).
In definitiva voglio sottolineare la valenza profondamente politica di questa Commissione economica. Per troppi anni abbiamo visto la Libia arrancare in un labirinto di crisi politiche interne, guerra civile, proxy e spoiler esterni. Tutto questo non solo ha arrecato grandi sofferenze al Paese ma, chiaramente, ha rappresentato anche un decennio perduto nelle nostre relazioni bilaterali.
Oggi intendiamo riprendere a tutto tondo il rapporto con i nostri amici libici e rilanciare insieme il percorso comune verso un futuro migliore.
Crediamo fortemente che la CECIL costituirà uno strumento chiave per la stabilizzazione del Paese, nonché per la prosperità di tutta la Regione.
Italia e Libia tornano stabilmente a percorrere una strada comune, e questo è un bene per tutti gli amanti della Pace e della prosperità.