Nella rubrica Cittadinanza Digitale vogliamo proporvi approfondimenti e spunti di riflessione sui temi più attuali inerenti la cittadinanza digitale, da sempre obiettivo di ricerca, studio e approfondimento della Rousseau Open Academy.
Il contributo di oggi è a cura di Andrea Giarrizzo, deputato del MoVimento 5 Stelle e vicepresidente della Commissione Attività produttive
Il primo marzo scorso l’Italia ha segnato una tappa importante nel suo accidentato percorso verso la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Da quella data infatti è partito il cosiddetto switch off digitale grazie alle norme del decreto Semplificazioni che introducono una progressiva introduzione della chiave di accesso unica ai servizi pubblici telematici.
Gli utenti potranno scegliere tra il ricorso allo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale, l’uso della carta d’identità elettronica (entrambi comunque obbligatori) o l’opzione della Carta nazionale dei servizi (attivabile a scelta e rilasciata dalle Camere di Commercio), mentre tutte le amministrazioni pubbliche hanno ora l’obbligo di utilizzare la piattaforma PagoPA e di impegnarsi a rendere gradualmente accessibili i propri servizi attraverso la app IO.
Finalmente si introducono quegli elementi di innovazione e di coordinamento che avvicinano la PA ai cittadini. Accorgimenti che gradualmente ridurranno il numero delle incombenze burocratiche e, in particolare, di quelle da espletare presentandosi fisicamente in un ufficio pubblico, cosa non secondaria in questa fase pandemica e che in generale ci mette finalmente al passo con i Paesi più avanzati.
I certificati dell’Inps, l’accesso ai servizi on line dell’Agenzia delle Entrate e le consultazioni del Fascicolo sanitario elettronico sono tra i servizi più utilizzati e per i quali sarà possibile ricorrere a un unico canale di accesso telematico. Spid, carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi consentiranno ad esempio di superare, entro il 30 settembre 2021, l’uso delle credenziali per accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate da parte dei privati cittadini, mentre per imprese e professionisti il ricorso alle credenziali resterà possibile fino all’approvazione di un decreto attuativo ad hoc che ne definirà la data di cassazione del loro utilizzo.
Una piccola rivoluzione insomma, un passo avanti significativo che getta le basi per la completa transizione al digitale della Pubblica Amministrazione: un percorso che sarà rafforzato dal ricorso alle risorse del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, con le quali dovremo peraltro dare sostegno – anche con percorsi formativi ad hoc – ai processi di innovazione e digitalizzazione degli uffici pubblici delle aree più svantaggiate del Paese, eliminando ogni forma di digital divide.