Oltre a rivendicare senza vergogna il suo rapporto amicale con il principe Bin Salman, Matteo Renzi nega il conflitto di interessi affermando di non aver intascato 80mila dollari per la conferenza.
L’ennesima furberia del leader di Italia Viva. Quei soldi, in effetti, non provengono dalla conferenza ma sono il compenso di Renzi in quanto membro della fondazione saudita Future Investment Initiative. Ed è normale che un senatore italiano prenda soldi per le sue attività extraparlamentari dando, tra l’altro, del ‘my friend’ a un uomo accusato di essere il mandante dell’uccisione di Jamal Khashoggi?
Siamo di fronte a un caso abnorme di conflitto di interessi. Per questo chiediamo che si dimetta da senatore o, quanto meno, dal board saudita. Fare entrambe le cose è inaccettabile.
Da anni, come MoVimento 5 Stelle, ci battiamo per una legge sul conflitto di interessi che stabilisca i rapporti che devono intercorrere tra politica e affari. È giunto il momento di accelerare. Non è più tollerabile che un senatore italiano vada in giro per il mondo, una volta in Arabia Saudita, l’altra a Dubai e l’altra ancora in Africa, con industriali a seguito, rimanendo totalmente impunito.
Noi ci siamo per una immediata legge su conflitto di interessi, anche per fermare le scorribande affariste di Renzi. E gli altri partiti?