Se qualcuno vi desse 1500 euro al mese senza farvi domande cosa fareste?
Alcuni ricercatori tedeschi hanno intenzione di fare questa domanda a 122 persone che verranno selezionate in modo randomico su una base di oltre due milioni di candidati provenienti da tutto il Paese. Si tratta del primo studio empirico a lungo termine che andrà a studiare il Reddito di Base Universale per la classe media.
Gli studiosi hanno intenzione di dividere il gruppo oggetto di ricerca in modo equo: saranno presenti infatti sia soggetti che sono a favore della misura che persone che si definiscono contrarie a quest’ultima. Lo studio prevede inoltre la presenza di 1378 persone che parteciperanno come gruppo di controllo rispetto agli altri partecipanti.
Jürgen Schupp, il responsabile del progetto al think tank economico DIW di Berlino ha dichiarato in un’intervista che l’obiettivo è scoprire se pagare le persone più del minimo esistenziale potrebbe risultare in attività utili e produttive per la società nel suo complesso, o se è vero il controargomento e le persone passano il loro tempo a rilassarsi sull’amaca.
Nessun legame con le necessità personali
Lo studio non ha l’obiettivo di capire se la misura del reddito di base universale potrebbe essere sostenibile fiscalmente, ma è piuttosto un esperimento comportamentale. Tuttavia nel corso degli anni sono state proposte diverse soluzioni al problema del finanziamento di una misura del genere: dal drenaggio delle oasi fiscali all’imposizione di una Tobin tax sulla speculazione finanziaria o alla ridistribuzione delle entrate da prelievi sulle emissioni di CO2.
Al momento 181.000 privati circa hanno già donato quasi 5.2 milioni di euro per finanziare l’esperimento e garantirne l’imparzialità politica.
La Banca Mondiale ha definito il Reddito di Base come il pagamento universale in contanti a tutti i cittadini indipendentemente dai loro bisogni e ultimamente ha iniziato ad attirare l’attenzione della politica e della società. Basti pensare che tra i suoi sponsor principali ci sono l’ex concorrente alle presidenziali USA Andrew Yang, Elon Musk e Papa Francesco.
I cambiamenti sociali anche dovuti alla pandemia spingono, dice Schupp, hanno portato alla necessità di produrre un’analisi scientifica rigorosa della misura. Già in Finlandia, per esempio, sono stati condotti degli studi in questo senso ma la novità nell’esperimento tedesco consiste nel fatto che questo non si focalizza unicamente sulle persone economicamente bisognose.
“Poiché il reddito di base non è concepito per essere un aiuto di emergenza, ma un investimento universale nello sviluppo della società nel suo complesso, vogliamo ricercare il suo impatto sulla classe media“, ha detto Michael Bohmeyer, iniziatore del progetto pilota e sostenitore del reddito di base universale.
L’esperimento verrà condotto in collaborazione con ricercatori dell’Università di Colonia e dell’Istituto Max Planck.
Le persone selezionate sono single tra i 21 e i 40 anni con una fascia di reddito media ai quali verranno somministrati dei questionari semestrali per capire le loro reazioni alla misura. La scelta è stata giustificata da Bohemeyer in questo modo:
“Vengono prese delle decisioni cruciali che cambiano la vita a questa età. Siamo interessati a sapere come un reddito di base universale le influenzerebbe“.
I ricercatori affermano di essere preoccupati per le conseguenze economiche e sociali che la pandemia porterà. Inoltre l’automazione in futuro potrebbe far diminuire il tasso di occupazione specie in relazione ai lavori meno qualificati, facendo aumentare la forbice sociale tra ricchi e poveri.
In Europa i lavoratori autonomi e quelli della gig economy sono stati duramente colpiti dalla crisi economica e Schub afferma che “un reddito di base potrebbe alleviare le paure della popolazione e contribuire a una trasformazione che sia pacifica e democratica“.
Per approfondire: Fortune, German researchers test ‘money for nothing’ UBI on middle class in latest experiment, 2 giugno 2021