A giugno una nave ibrida da 50 milioni di dollari è salpata dalle Mauritius verso l’Oceano del Sud per pescare l’austromerluzzo della Patagonia. Per questa missione di pesca verrà utilizzata la tecnologia Blockchain che permetterà ai consumatori finali di sapere dove e quando il pesce che stanno mangiando è stato pescato, quale barca lo ha catturato, chi lo ha trattato, quali certificazioni di qualità sono state ottenute durante tutto il tragitto prima di arrivare sulle tavole di casa.
“La Blockchain offre la tracciabilità dell’austromerluzzo fin dall’inizio, dal giorno in cui viene sbarcato a quando è nel piatto di qualcuno“, spiega Steve Paku, skipper della Cape Arkona. “Tutto quello che devono fare è scansionare il codice a barre, e l’intera storia sarà davanti a loro“.
I dati sulla Blockchain, come è noto, sono inalterabili e sono accessibili da chiunque. Il vantaggio? Un’etichetta blockchain digitale contiene tutte quelle informazioni che un’etichetta fisica non potrebbe mai contenere proprio perché digitale, decentralizzata e aggiornata in tempo reale.
La tecnologia Blockchain, insieme ai test del DNA per attribuire effettivamente una specie al pesce pescato, potrebbe essere utilizzata per ridurre le frodi nel settore ittico.
Conservazione
Secondo la FAO oltre un terzo degli stock ittici sono sovrasfruttati. Avere uno strumento che permetta di capire quando e dove è avvenuta la cattura del pesce può aiutare a migliorare la qualità del pesce consumato dalle nostre famiglie.
Pesca
L’azienda Austral Fisheries ha iniziato a usare la tecnologia Blockchain già nel 2019
“Quando catturiamo il pesce, rimuoviamo la testa, la coda e le pinne, poi mettiamo un tag digitale al tronco del pesce prima di congelarlo a bordo. Blockchain rafforza la tracciabilità del pesce, e credo che diventerà lo standard in futuro” dice un pescatore che lavora per l’azienda ittica.
Le preoccupazioni crescenti
Il documentario Netflix Seaspiracy ha fatto nascere grandi dubbi sul fatto che la pratica della pesca possa essere sostenibile. I sostenitori della Blockchain in ambito ittico però affermano che possa essere usata anche per identificare delle attività sospette in alcune catene di approvvigionamento di frutti di mare di alto valore.
La società britannica Provenance, per esempio, ha applicato la tecnologia Blockchain nelle catene di approvvigionamento del tonno yellowfin e skipjack nel 2016, riuscendo a tracciare i pescati fino ai singoli pescatori indonesiani.
O ancora, la WWF Nuova Zelanda ha usato la Blockchain per la pesca del tonno con palangari nelle Fiji. Ma anche la Sustainable Shrimp Partnership in Ecuador collega i dati dei gamberi di allevamento a una piattaforma blockchain IBM Food Trust.
Fonte: Nature World News, Digital Tagging: Can Blockchain Technology Turn the Tide for Sustainable Fishing Industry?, 9 giugno 2021