Buttare fango su una persona scomparsa credo sia una delle azioni più vili che si possano fare.
Visto che mio padre non può più difendersi, lo farò io per lui in tutte le sedi possibili fino a quando chi sta orchestrando questa operazione sarà costretto a trovare altri modi per condurre le proprie battaglie politiche.
Per questo ho deciso, dopo oltre un anno dall’inizio di questa continua calunnia, di scrivere una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Gentile Presidente Sergio Mattarella,
Le scrivo perchè è stato purtroppo superato un limite che ritengo intollerabile.
La calunnia ripetuta dalla maggior parte dei quotidiani e televisioni italiani nei confronti di una persona scomparsa che non può difendersi è, infatti, un gesto vile che come figlio non posso sopportare.
Da privato cittadino ho potuto solo attivare le vie della giustizia richiedendo i danni di un milione di euro a chi ha voluto diffamare in modo così vigliacco mio padre, con l’intenzione di utilizzare il risarcimento per iniziative a ricordo di tutto quello che ha fatto in vita.
A distanza di un anno, tuttavia, è appena iniziato il processo e già si è ripreso a diffamare sulla base della stessa notizia rilanciata e già smentita lo scorso anno per un documento chiaramente artefatto che veniva utilizzato come supposta prova del crimine.
A rendere ancora più triste questa vicenda, come Lei sa, è il coinvolgimento di alcune componenti dello Stato italiano che hanno preso parte a questa farsa.
Le chiedo quindi, oggi pubblicamente, di invitare chi di competenza a fare chiarezza una volta per tutte sulla vicenda sollecitando ad utilizzare altri strumenti per le proprie battaglie politiche e a porre fine a questo indecente attacco, ristabilendo la verità su una persona scomparsa che dell’integrità morale ha sempre fatto il proprio faro e dello spirito francescano nella politica la propria missione.
Cordiali saluti,
Davide Casaleggio