Come in un gioco di Risiko la battaglia sulla nuova valuta di riserva mondiale si sta dispiegando sui Paesi più deboli. La tecnologia di questa nuova moneta sarà basata sulla tecnologia blockchain, le cosiddette valute di Stato CBDC.
I vantaggi sono talmente tangibili che anche in assenza di una promozione da parte degli Stati i cittadini stanno già utilizzando per ricevere i soldi dai propri emigrati. Il costo medio oggi per spedire dei soldi alla propria famiglia in Africa, ad esempio, è del 8,9% tramite i sistemi tradizionali. Ma con le criptovalute il costo è quasi zero.
Non è un caso che Stati in cui quasi un terzo del PIL è generato dalle remittance dei propri emigrati come l’El Salvador o la Nigeria siano stati i primi a muoversi nell’ufficializzare una nuova moneta di Stato. La Nigeria ha creato la eNaria che ha un valore 1:1 con la valuta fisica con l’obiettivo quindi di evitare che la propria valuta venisse scavalcata dal Bitcoin.
Dall’altra parte gli Stati che hanno valute ufficiali “straniere”, hanno spesso gli stessi problemi legati alle remittance e stanno affiancando il Bitcoin come valuta di Stato. Ad esempio la Repubblica Centrafricana l’ha affiancata al Franco CFA, El Salvador al Dollaro Statunitense. Due esempi che fanno pensare che anche gli altri Paesi che oggi non hanno controllo sulla banca centrale che emette la propria valuta di Stato possano a breve pensare di affiancare una propria CBDC o direttamente il Bitcoin.
A partire da tutti gli Stati africani che utilizzano il Franco CFA (gestito dalla banca centrale francese): Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Bissau, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale e Gabon; il Nauru che utilizza il Dollaro Australiano; Andorra, Kosovo, Monaco, Montenegro, San Marino, ed il Vaticano che utilizzano l’Euro senza contribuire alla governance della BCE; il Liechtenstein con il Franco Svizzero; le Marshall Islands, Micronesia, e Palau che utilizzano il Dollaro USA; e l’Ecuador, East Timor e Panama anch’esse con il dollaro statunitense ma con monete proprie.
Al netto delle convenienze dei singoli Stati esiste un secondo piano sul quale si sta giocando questa partita ed è quello del commercio internazionale. Per questo la CBDC cinese o un progetto allargato tra Cina, India e Russia potrebbe rappresentare una possibile soluzione allo SWIFT che era nato per essere un terreno neutrale, ma è diventato materia di sanzioni e quindi di parte.
P.S. Immagine generata dall’Intelligenza Artificiale