Elon Musk vuole industrializzare anche l’edilizia con la casa fatta in fabbrica: la Casita 7*7 metri a 49 mila dollari, abitabile il giorno della consegna a domicilio (oggi il modello base è aumentato a 69 mila dollari per garantire margine alla distribuzione).
Ci ha creduto talmente tanto da andarci ad abitare anche lui un paio di anni fa.
Oggi rimangono pochi processi produttivi di massa ancora al riparo dall’automazione completa. L’edilizia in Italia impiega ancora oltre 500 mila persone.
Ma come ogni lavoro di massa come a fine ‘700 con i telai meccanici o a inizio ‘900 con l’automazione dell’agricoltura, oggi potremmo essere di fronte all’ennesimo processo di automazione con le case.
In sessant’anni l’edilizia non ha visto alcun aumento della produttività, nello stesso periodo tuttavia la manifattura ha visto un incremento di quasi 3 volte.
Il concetto che abbiamo conosciuto come di case prefabbricate, oggi diventa di case pret-a-porter che vengono scaricate e aperte pronte per essere abitate in un’ora.
Al netto dell’impatto significativo che avrà sul comparto dal punto di vista occupazionale questo metodo produttivo sta già portando dei grandi vantaggi per le politiche della casa, come ad esempio negli Stati Uniti dove si stanno valutando per accelerare l’offerta di case per chi ne ha bisogno a costi molto più contenuti e con materiali più resistenti nel lungo termine.
Il grande vantaggio di questo metodo è che le case sono componibili tra di loro fino a poter costruire ville o anche condomini. Non stanno indirizzando il mercato delle case più economiche, ma anche il comparto più esigente visto che componendo i moduli si possono creare case indistinguibili dalla costruzione tradizionale, con un plus importante che sicuramente darà un grande impulso al settore: il 75% di tempo in meno per costruirle e miglioramenti significativi sulle prestazioni energetiche e sulla solidità dei materiali.