Apple è sotto un faro e non è chiaro come ne uscirà. Lo scorso 7 marzo è entrato in vigore il nuovo regolamento DMA (Digital Markets Act). La risposta di Apple è tuttavia molto controversa. Nel frattempo l’Unione Europea gli ha comminato una multa di 1,8 miliardi di euro per abuso di posizione dominante.
Il tutto è partito dal fatto che oggettivamente Apple ha un monopolio dei servizi che possono essere erogati sugli iPhone che hanno una quota molto importante dei clienti alto spendenti, creando di fatto una “Apple Tax”.
Ad esempio applicazioni per ascoltare la musica come Spotify sono state svantaggiate nei confronti del servizio Apple Music, di Apple stessa, che non deve dare la commissione del 30% a gruppi terzi. Il limite più chiaro è il fatto che ogni applicazione deve dare un terzo dei suoi incassi a Apple stessa senza possibilità di alternative.
Quando Epic, produttore di Fortnite, provò a far pagare i suoi clienti su un sistema parallelo venne bannata dagli iPhone, la questione è finita nei tribunali di mezzo mondo ed in molti è ancora pendente.
La proposta di Apple sembra tuttavia una presa in giro. Sarà infatti possibile utilizzare sistemi di pagamento diversi da quelli di Apple, ma in cambio sarà necessario pagare ad Apple 50 centesimi per ogni applicazione scaricata (superato il milione). Il risultato è che le aziende come Epic o Spotify si troverebbero a pagare di più di prima. A beneficiarne saranno i piccoli (che non competono con l’offerta di Apple) che vedranno la commissione massima scendere da 30% a 17%.
Si stima che Apple incassi ogni anno 27 miliardi di dollari dalle vendite sull’app store ed il 7% sia generato in Europa. La multa comminnata sostanzialmente ha annullato il fatturato dell’ultimo anno in Europa.
Apple tuttavia sembra non aver deciso come affrontare la questione in modo chiaro. Dopo aver ri-accolto nel suo store Epic solo questo gennaio, a inizio marzo nel giro di pochi giorni ha deciso di sospendere l’account di Epic salvo poi riattivarlo dopo le proteste del produttore di videogiochi presso l’UE.
Non è solo Apple al centro dell’attenzione. Il nuovo regolamento identifica per fatturato 6 attori che dovranno ottemperare alle nuove norme di libero mercato: Alphabet, Amazon, ByteDance, Meta, Microsoft e appunto Apple. Anche Google si è vista recapitare una multa di 2,4 miliardi per aver usato il suo comparatore di prezzi per ottenere un vantaggio competitivo rispetto ai suoi più piccoli competitor europei.
Credo che ormai a tutto sia chiaro che la costruzione di ecosistemi monopolistici per la vendita di servizi digitali non potrà durare a lungo. Credo sia ora di prenderne atto come abbiamo già fatto con le telecomunicazioni qualche anno fa.