Come prende una decisione un adolescente?
Ne ho parlato con docenti provenienti da tutta Italia a Firenze nel corso del workshop che ho tenuto a Didacta dal titolo “metodologia e strumenti del Debate”.
Ci dimentichiamo, forse, troppo spesso che l’adolescenza – dal punto di vista dello sviluppo cerebrale – rappresenta un vero e proprio cantiere aperto. Per poter raggiungere una rete cerebrale efficiente e organizzata, è necessario infatti che il nostro cervello attui nel corso della nostra vita quella che viene definita ‘potatura sinaptica’ ossia che elimini le sinapsi (i collegamenti) tra i nostri neuroni che ritiene inutili.
L’obiettivo è passare da un cervello con un numero enorme di neuroni, ma poco collegati, a uno, invece, con molti meno neuroni ma con connessioni forti ed efficienti.
In questo processo per nulla facile, l’adolescente si trova in mezzo a una tempesta. Circa la metà delle sinapsi che si sono formate durante i primi anni di vita, viene eliminata, infatti, entro la fine dell’adolescenza e la potatura sinaptica viene completata addirittura entro i 20-25 anni.
La domanda legittima viene quindi da sè: se non è ancora definita la giusta comunicazione tra tutte le reti neurali che concorrono al processo decisionale, come un adolescente prende decisioni?
Sono due i principali fattori che concorrono:
1. Sulla base di emozioni
Alcuni studiosi definiscono l’adolescenza come una vita sotto “sequestro emotivo”.
L’adolescente è prevalentemente guidato dal sistema limbico ossia, per essere estremamente sintetici, da rischio, aggressività e impulsività. Nel frattempo la corteccia pre frontale “lavora” per collegarsi in modo corretto e contribuire così al processo decisionale. Ciò che risulta carente in questa fase evolutiva e che verrà sviluppato pienamente nel tempo è un sistema di autoregolazione deputato cioè da una parte, a frenare gli impulsi e, dall’altra, a generare i pensieri necessari ad anticipare le conseguenze delle proprie azioni. Il processo attraverso il quale proiettare il proprio raggio d’azione nel futuro (vedere in prospettiva per intenderci) deve ancora maturare completamente.
2. Sulla base di ricompense immediate.
Gli adolescenti registrano una ipersensibilità del proprio sistema di ricompensa.
Sono focalizzati sulla gratificazione immediata e prediligono (per la gioia di tutti i genitori e docenti) le ricompense derivanti da scelte rischiose, se le prime sono immediate. In questo contesto giocano un ruolo fondamentale anche i pari che rappresentano, infatti, sia la prima fonte di gratificazione per il sistema di ricompensa, sia un potente incentivo per assumere decisioni in una direzione o in un’altra. È sufficiente la sola presenza di coetanei – viene chiamato effetto coetanei – di cui si vuole ottenere la approvazione per generare, infatti, decisioni e comportamenti più rischiosi.
Cosa possiamo fare?
Creare le condizioni per promuovere lo sviluppo del processo decisionale partendo da elementi fondamentali quali capacità di argomentazione, pensiero critico, ascolto, autoefficacia e autostima.
Una metodologia potentissima in questa direzione è il Debate (o dibattito regolamentato) che consente un confronto disciplinato basato su tempistiche ben definite, argomentazioni solide e ricerca di fonti attendibili.
Le esperienze formative che viviamo in determinati momenti della nostra vita – come durante l’adolescenza – hanno una caratteristica che dobbiamo tenere a mente: sono in grado di determinare un cambiamento duraturo nel nostro cervello.
Il tempo è il nostro tiranno, ma se abbiamo le idee chiare è il nostro migliore alleato.